VENEZIA - Istituita dal consiglio regionale del Veneto l'8 giugno 2021 e presieduta dalla dem Francesca Zottis, la commissione speciale di inchiesta sul Covid (per la precisione commissione speciale di inchiesta sull'andamento dei contagi e dei decessi da Sars-Cov-2 durante la pandemia, con particolare attenzione alla seconda ondata) ha concluso ieri i lavori con l'approvazione della relazione di maggioranza e la bocciatura della relazione di minoranza.
I MORTI
Uno dei temi più critici riguarda la mortalità: le tante vittime, soprattutto nelle case di riposo, si potevano evitare? Dicono Camani & C.: «Oggi sappiamo che da ottobre a marzo in Veneto i morti per Covid sono stati 8.282. Peggio di noi, nella seconda ondata, solo la Lombardia, con oltre 13mila morti ma anche il doppio della popolazione». L'indice accusatorio è rivolto a Luca Zaia: «Abbiamo un presidente di Regione che fin dal primo momento ha assunto la responsabilità, e dunque la paternità, delle decisioni da prendere per i veneti contro la pandemia». E cosa avrebbe dovuto fare? Per l'opposizione bisognava «chiudere», «ammettere che per salvare i veneti, quelli a scuola, al lavoro, ma anche quelli ricoverati nelle case di riposo, si doveva adottare la misura estrema prevista dalla zona rossa. Zaia aveva il potere per farlo. Forse le cose sarebbero andate diversamente. Ma questa decisione non è mai stata assunta».
Di tutt'altro avviso la maggioranza di centrodestra che nel capitolo Mortalità riporta quando dichiarato in audizione da Francesca Russo, direttore della Prevenzione della Regione Veneto, e una serie di dati. «Tutte le Regioni hanno dovuto affrontare la cosiddetta seconda ondata della pandemia, anche se con una scansione temporale diversa - hanno scritto Brescacin & C. -. Il Veneto è tra le regioni italiane con il più basso impatto in termini di mortalità».
«La commissione - ha sottolineato la presidente Zottis - ha anche fatto emergere le fragilità del sistema sanitario: carenze in termini di mezzi e investimenti che richiedono oggi risposte e soluzioni incisive». «È emersa la conferma - hanno detto invece il segretario Brescacin e la vicepresidente Cecchetto - che il Veneto ha affrontato un'emergenza mondiale inedita con una forte e strutturata rete di sanità pubblica».
GLI ALLEATI
Una curiosità: la relazione che sarà portata al voto in aula è firmata solo da consiglieri leghisti e zaiani. Della commissione inizialmente facevano parte anche Elisa Venturini (FI) ed Soranzo (FdI), ma si sono dimessi tempo addietro. «Io - ha detto Venturini - ho lasciato quando la commissione ha finito i lavori, lo scorso giugno, tra l'altro si dicevano sempre le stesse cose». «Ho dovuto rinunciare - ha detto Soranzo - perché mi era impossibile essere presente in tutte le commissioni».