Ermal Meta: «La mia buona fortuna? È l’arrivo di una figlia. Sanremo? Ho fatto ascoltare 3 brani ad Amadeus, non l'ho più sentito»

Il cantautore, che condurrà con Noemi il concertone romano del Primo Maggio, presenta il nuovo disco Buona fortuna: «A breve sarò papà, ma per dedicare una canzone alla bimba voglio aspettare di fare un po’ di esperienza»

Lunedì 29 Aprile 2024 di Mattia Marzi
Il cantautore Ermal Meta

La canzone sulla paternità se l’è lasciata per il prossimo disco: «Aspetto di maturare un po’ di esperienza: per ora la paternità è solo immaginaria», sorride Ermal Meta.

Sarà, ma intanto a Fortuna, che a metà giugno renderà il 43enne cantautore di origini albanesi e la compagna Chiara Sturdà (milanese, classe 1990, agente e marketing manager per una società di consulenza) genitori, la voce di Non mi avete fatto niente dedica un album intero. Si intitola Buona fortuna e arriverà venerdì 3 maggio, a pochi giorni dall’annuncio via social dell’imminente arrivo della bambina. Intanto mercoledì Ermal Meta indosserà per la prima volta i panni di conduttore: lui e Noemi saranno gli ideali padroni di casa del Concerto del Primo Maggio di Roma (il 7 maggio nella Capitale incontrerà i fan alla Feltrinelli di viale Libia 186, alle 18, poi il 5 settembre il tour farà tappa al Parco della Musica), in diretta su Rai3 dalle 15.15 dal Circo Massimo.

La cassa in quattro di “Dance With You”, i ritmi latini di “Mediterraneo”, il funk de “L’amour”, il rap di “Male più non fare” con le rime di Jake La Furia, l’elettronica del duetto con Levante su “Io e te”: con queste 12 canzoni esce fuori dalla sua zona di comfort?

«Sì. Questo è il mio disco più contaminato. Ho provato a mettermi in gioco. Bisogna espandere la propria comfort zone. Se prima di questo disco alcune sonorità non mi appartenevano, ora invece mi appartengono. E poi quando da autore scrivevo canzoni per altri, prima di diventare interprete dei miei brani, i generi li ho toccati un po’ tutti».

Geolier al Concerto del Primo Maggio, l'anticipazione: già domani al Circo Massimo per le prove

È vero che aveva fatto ascoltare ad Amadeus tre canzoni per l’ultimo Sanremo, a sei anni dalla vittoria con “Non mi avete fatto niente”, tutte scartate?

«Sì: Mediterraneo, L’unico pericolo e Ironica».

Amadeus l’ha sentito, poi?

«No. Pazienza. Penso che ogni direttore artistico abbia la propria visione. E a volte le canzoni non c’entrano. Inconsapevolmente, mi ha fatto anche un favore».

Un favore?

«Sì, perché a febbraio il disco era ancora incompleto. Sarei andato lì quella settimana senza poterlo promuovere».

Ormai a Sanremo si va anche senza dischi da presentare.

«Io però la penso in modo diversa. Se vai al Festival, devi avere un album da raccontare. Se non esce in quei giorni, deve uscire subito dopo. Altrimenti che senso ha?».

Che carriera è stata quella di Ermal Meta fin qui?

«Una carriera che è cresciuta lentamente. Fare l’autore, agli esordi, dopo lo scioglimento della mia prima band, La Fame Di Camilla, mi ha insegnato molto. Mi trovai a un bivio: o mollavo e tornavo all’Università (studiava lingue, ndr) oppure rimanevo nell’ambiente musicale ma in un altra forma. Abbandonare il settore significava buttare via tutti i sacrifici fatti. Il palco l’ho desiderato a lungo. Il percorso me lo sono costruito tassello dopo tassello».

Il primo a credere in lei anche come cantautore chi è stato?

«Il mio bassista, Dino Rubini».

Il primo brano dell’album si intitola “La strada la decido io” e dice che parla del “rendersi conto che abbiamo la testa piena di idee altrui che si fingono nostre”. È un caso il fatto che la canzone apra il primo disco che incide dopo la rottura con l’etichetta che l’ha lanciata, Mescal (ora incide per Sony/Columbia), e il suo ex manager, Valerio Soave?

«Non ha a che fare con quello. E comunque io guardo al futuro, non al passato. Ci sono state delle divergenze di vedute: quando è così, è giusto che ognuno prenda la propria strada».

Senza rancore?

«Senza rancore».

Il suo colpo di fortuna più grande qual è stato?

«Mia figlia, anche se non è ancora nata. E pensare che per molto tempo ho creduto di non voler avere figli».

Perché?

«È un mestiere che non ti insegna nessuno. Ora invece mi piacerebbe adottare anche figli che non hanno genitori. E magari lo farò».

È vero che vuole realizzare una fiction tratta dal suo libro “Domani e per sempre”, del 2022?

«Sì. Mi sono affidato ad alcuni agenti che stanno trattando con le case di produzione. Speriamo vada in porto». 

Ultimo aggiornamento: 10:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci