BELLUNO Individuati i sei ragazzi che la sera del 23 dicembre hanno pestato a sangue un tassista fermo davanti al teatro comunale.
«ORA SERVE RIGORE»
«Il primo concetto che voglio esprimere con orgoglio – ha continuato Savastano – riguarda la presenza dello Stato sul territorio. In meno di un mese c’è stata una risposta forte e chiara, con l’individuazione dei componenti del gruppo che hanno assalito il tassista. Ci attendiamo provvedimenti, sanzioni, misure restrittive adeguate alla gravità dei fatti». L’episodio risale alla sera del 23 dicembre scorso. Mancano 15 minuti a mezzanotte. Davanti al teatro comunale c’è un minibus adibito a taxi “noleggio con conducente”. L’autista, in attesa dei clienti, si accorge di alcuni ragazzi che prendono a calci i cassonetti dell’immondizia e si appendono agli specchietti delle auto. Scende dal mezzo, fa partire un video con il cellulare e chiede loro di smetterla.
LA SEQUENZA
«In quell’istante – ha raccontato Ballarin – uno dei giovani si avvicina all’uomo, lo insulta e gli sferra un pungo. A causa del colpo e dell’asfalto ghiacciato, la vittima perde l’equilibrio e cade a terra. A quel punto si scagliano tutti su di lui, colpendolo con calci e pugni». L’intervento di alcuni passanti, richiamati dalle urla, fa desistere il branco che si dà alla fuga. L’uomo rimane a terra con lesioni alle costole, alle ossa del naso e con un occhio nero. La prognosi è di 30 giorni poi prorogata di altri 5 giorni. Scattano le indagini. Vengono ascoltati la vittima e le persone giunte in suo soccorso e si procede a visionare le telecamere di video-sorveglianza della città. Ce ne sarebbe una perfetta, dal punto di vista dell’angolazione, ma purtroppo i ragazzi risultano nascosti dal tendone di un bar. Così vengono visionate le altre, anche nelle ore precedenti al fatto, per individuare i colpevoli e ricostruire tutti i movimenti del gruppo.
«NON C’È SPESSORE CRIMINALE»
«I giovani – ha concluso il dirigente della Mobile – risultano indagati per lesioni aggravate e danneggiamento in concorso. Ma le indagini sono tuttora in corso, al fine di comprendere meglio i ruoli specifici di tutti i giovani coinvolti ed individuare eventuali complici». Il questore Giuseppe Maggese ha parlato di “risultato di sistema”. «Solo attraverso sinergie adeguate – ha spiegato – si può garantire il bene della città. C’erano state polemiche legate a questo episodio e relative a una percezione della sicurezza non adeguata. Mi fa piacere sottolineare che abbiamo individuato i colpevoli in un periodo abbastanza breve grazie a un’attività puntuale, precisa e dettagliata». Il capoluogo non è abituato a episodi di violenza di questo tipo, ma «non vanno enfatizzati. Non credo che tali soggetti abbiano uno spessore criminale preoccupante. Certo, in alcune circostanze possono risultare pericolosi ma su di loro bisogna fare una riflessione di carattere generale, non per forza di tipo repressivo ma necessariamente di tipo preventivo attraverso altri enti».