STANGHELLA (PADOVA) - Il 16 luglio dell'anno scorso a Stanghella, una bimba marocchina di appena tre anni è annegata in un canale di irrigazione nei campi. Per quella morte, ieri il Gup di Rovigo Silvia Varotto, ha rinviato a giudizio due amici dei genitori della piccola Yakout Affane. Sono Mohamed D. di 36 anni, residente a Stanghella in via Canaletta Inferiore, e Oussama M. di 35 anni residente a Carpenedo in provincia di Venezia. Entrambi sono stati accusati di cooperazione in omicidio colposo. È uscita di scena invece Fatima Ezzahara, mamma della bambina, all'inizio delle indagini iscritta anche lei nel registro degli indagati per omicidio, ma poi ritenuta dagli inquirenti del tutto estranea ai fatti.
LA TRAGEDIA
Quel sabato pomeriggio di luglio di due anni fa Yakout con i genitori, la coppia marocchina risiede in via Terraglio a Mestre, è andata in vista a Mohamed nella sua casa in campagna di Stanghella. Era l'occasione per trascorrere del tempo assieme ad altre famiglie marocchine e trovare un po' di refrigerio dall'intenso caldo di quei giorni. La piccola si è messa a giocare con altri bambini nel cortile dell'abitazione. Quando Mohamed, insieme all'amico, ha aperto il cancello di casa per parcheggiare una Skoda Fabia. È in questo preciso istante che si è consumata la tragedia. Yakoput, indisturbata, è uscita dal cortile e si è diretta verso il canale di irrigazione. Nessuno si è accorto di nulla, soprattutto i due marocchini ora finiti a processo. La bambina ha raggiunto facilmente il corso d'acqua. Quando hanno iniziato a cercarla ormai era già troppo tardi, la piccola di appena tre anni era morta annegata. In via Canaletta Inferiore sono intervenuti i carabinieri e il medico legale chiamato dalla Procura di Rovigo.
LE INDAGINI
Yakout è annegata in mezzo metro d'acqua, nella canaletta che attraversa i campi e i vigneti a circa 250 metri dall'abitazione con il cancello rimasto aperto. Gli inquirenti hanno raccolto le testimonianze dei genitori della bimba e di tutti gli adulti presenti al momento dell'allontanamento. I militari hanno ascoltato anche il racconto dei bambini che, quel pomeriggio, stavano giocando con Yakout. Inoltre hanno visionato alcune immagini di un paio di telecamere della videosorveglianza installate nella zona. Il quadro probatorio, secondo l'accusa, ha portato la Procura ad accusare il padrone di casa e il suo amico. La piccola, grazie a quel cancello lasciato aperto, è uscita dal cortile, ha attraversato la strada e ha raggiunto la canaletta. Una volta in acqua, la corrente l'ha portata via e in pochi istanti è morta annegata.