CITTADELLA (PADOVA) - Ha sorpreso anche gli specialisti la sua volontà di vivere, di continuare a stare con la famiglia, il marito Antonino Brancati ed figli, i suoi tesori, il maschio di quasi sette anni e la femmina di quattro e mezzo. E di continuare il suo lavoro di impiegata amministrativa sempre con dedizione e capacità. Un tumore cerebrale i cui sintomi sono cominciati a settembre 2022 sabato scorso ha fermato la vita di Valentina Doro a 36 anni.
IL DOLORE
Sposata, abitava a Cittadella. Originaria di San Giorgio in Bosco, lascia la mamma Silvana, il papà Roberto, il fratello Riccardo con i tre figli e i suoceri Rosanna e Rosario. La malattia è stata affrontata con grande discrezione. La notizia della morte ha destato profondo cordoglio nella tante persone che conoscevano Valentina a cominciare dalle famiglie del quartiere Dolomiti. Era una donna, moglie e mamma che apprezzava i valori più profondi dell’esistenza: famiglia e lavoro i suoi punti fermi.
«Ci siamo conosciuti nel settembre del 2011 ad una festa.
IL MALE
I primi sintomi sono stati dei forti mal di testa. Il 19 settembre uno svenimento al lavoro e i primi esami al pronto soccorso di Cittadella. La diagnosi pochi giorni dopo in neurochirurgia a Padova.: inoperabile. Sono seguite le terapie all’Istituto Oncologico Veneto di Padova. «Con alcuni limiti, ma siamo riusciti a fare tante cose tra lo stupore dei medici. Donna tenace, dava il 110% in tutto e per tutti. Da settembre le cure non hanno fatto più effetto». Oggi alle 19,30 in Duomo c’è la preghiera di suffragio, domani alle 15 saranno celebrate le esequie dopo le quali il feretro verrà tumulato nel cimitero di Galliera Veneta. La famiglia, pur colpita da un lutto così profondo, con grande spirito di altruismo e solidarietà, sperando che altri non debbano affrontare situazioni come la loro, invita chi lo desidera a destinare quanto per gli omaggi floreali, allo Iov per la ricerca sui tumori cerebrali (https://dona.ioveneto.it/). «In questa struttura abbiamo trovato non solo grande professionalità - sottolinea Antonino - ma tanta vicinanza umana. Speriamo si riesca a trovare prima possibile la cura anche per questo tipo di tumore».