Otto Regioni promosse, ma di cui solo Veneto, Trento e Bolzano con ottimi voti. È il rapporto «Le Performance Regionali» del Crea - Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità. In tutto sono sette le regioni rimandate e sei le bocciate, in base a una valutazione su sei dimensioni che vanno dall'appropriatezza e l'equità delle cure agli aspetti economico-finanziari e l'innovazione.
La pagella divide in due l'Italia, con «circa 29 milioni di cittadini residenti nelle prime 8 Regioni che possono stare relativamente tranquilli e altri 29 milioni nelle Regioni rimanenti, quasi tutte del Centro Sud, che potrebbero avere serie difficoltà nei vari aspetti considerati».
Toscana, Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia e Marche vanno abbastanza bene, con livelli dell'indice di Performance compresi tra il 47% e il 49%. Rimandate invece Liguria, Friuli- Venezia Giulia, Lazio, Umbria, Molise, Valle d'Aosta e Abruzzo, che raggiungono livelli di Performance abbastanza omogenei, seppure inferiori, compresi tra 37-43%, Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania, Basilicata e Calabria, hanno livelli inferiori al 32%.
Un quadro, sottolinea Federico Spandonaro, presidente del Crea Sanità e professore di Economia Sanitaria all'Università di Roma Tor Vergata, «che sottolinea la nuova impostazione di ammodernamento dell'assistenza che punta sul territorio e sulle cure a domicilio. Il sistema di monitoraggio basato su più parametri che abbiamo messo a punto, offre anche una valutazione dei possibili effetti della riforma per l'autonomia differenziata».