Elezioni amministrative a Rovigo, in sei si contendono la poltrona più alta di Palazzo Nodari

Come accaduto nel 2019 anche questa volta si va al voto dopo il commissariamento

Domenica 12 Maggio 2024 di Luca Gigli
Elezioni

ROVIGO - Uno sfidante in meno di cinque anni fa, da sette a sei, con 14 liste in campo in luogo di 17. È questo il panorama che i rodigini avranno davanti al momento di votare, sabato 8 e domenica 9 giugno, per la scelta del sindaco, con 448 candidati consiglieri tra i quali scegliere per le preferenze. Considerando che alle Politiche del settembre 2022 gli aventi diritto al voto erano 39.635, si tratta di un candidato ogni 88 potenziali elettori. Il termine si riferisce al fatto che poi non tutti ai seggi ci vanno, infatti all'epoca furono 27.052 i votanti, pari al 68,25%, il che porta a 60 elettori per candidato consigliere. In questo bacino questi ultimi cercheranno di pescare i voti per entrare nell'emiciclo di Palazzo Nodari. Come accaduto nel 2019, restando nei paragoni, anche questa volta si va al voto dopo il commissariamento, questa volta di Gianfranco Tomao, praticamente con una durata simile, perché il 21 febbraio di cinque anni fa cadde l'amministrazione di Massimo Bergamin, causata dalle dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali, compresi alcuni leghisti che erano delusi del proprio sindaco. Questa volta l'amministrazione è saltata per le dimissioni del sindaco Edoardo Gaffeo, che sono diventate effettive il 15 febbraio.

L'unica differenza è che questa volta si vota appunto nei giorni detti di giugno, mentre allora fu a fine maggio.

I precedenti

Nel recente passato i candidati erano stati molti di più di quanto sia ora. Nel 2015, quando vinse Massimo Bergamin, gli aspiranti primi cittadini erano dieci, supportati da 19 liste, che pure erano meno rispetto al 2011, quando nelle elezioni vinte da Bruno Piva al ballottaggio con Federico Frigato, gli sfidanti erano stati undici con addirittura 26 liste a supportarli. Nel 2006, quando vinse Fausto Merchiori, erano stete in corsa, ma con 19 liste.

I candidati a sindaco di Rovigo

I sei pronti alla sfida per indossare la fascia tricolore sono cinque uomini e una sola donna e come cinque anni fa, è il centrodestra ad affidarsi all'altra metà del cielo. A essere schierata è Valeria Cittadin, come all'epoca fu Monica Gambardella. Cittadin, oltretutto, è quella che ha il maggiore supporto di liste, ben cinque, vale a dire Fratelli d'Italia che ha proposto il suo nome, Lega, Forza Italia, Azione e la lista personale della candidata. Il quadro politico, però, è frammentato in entrambe le aree. Nel centrodestra, infatti, correrà da solo Ezio Conchi, del quale era peraltro circolato il nome quando si decise poi per Cittadin, che con la sua lista Cambia Rovigo ci riprova come cinque anni fa, quando però non riuscì a entrare in consiglio, acausa della riduzione dei seggi, da 40 a 32. Sempre nell'area di centrodestra c'è Antonio Rossini, che per la prima volta si propone come sindaco, e avrà due liste civiche dietro di sé. È per questo, dunque, che si ipotizza che il centrodestra non vincerà al primo turno come viene decantato e nei pronostici tutti parlano di ballottaggio. Non che sia diversa la situazione nel centrosinistra. Perché se è vero che non c'è più un asso pigliatutto come Silvia Menon che con la sua civica quasi sfiorò il ballottaggio, è pur vero che c'è un ex Pd come il citato Frigato che dopo 13 anni è tornato nell'agone politico, ma svincolato dai partiti ancora con la lista Rovigo si ama, che si professa trasversale e con candidati consiglieri di opposte estrazioni, ma è inevitabile pensare che Frigato posso pescare più a centrosinistra che a centrodestra. Ulteriori frammentazioni in questo campo arrivano per le candidature di Gaffeo e di Palmiro Franco Tosini. Il primo, dimessosi a febbraio, si ricandida senza partiti alle spalle, che poi sarebbe stato il solo Pd causa della sua scelta (e viceversa), ritornando con le sue civiche Perché cresca felice e Forum dei cittafini, più il Movimento 5 Stelle (cinque anni fa corse da solo con Mattia Maniezzo, che poi si allontanò) che partito non si definisce. Il Pd, dunque, dopo un lungo tergiversare, ha deciso di sostenere Tosini che a sua volta ha rotto gli indugi annunciando che si sarebbe presentato comunque, con la sua lista. E il Pd, nella ricerca di candidati non semplcie, ha accolto la proposta di Tosini scegliendolo come figura civica e capace di attirare consensi. 

Qui le liste di tutti i Comuni che vanno al voto

Ultimo aggiornamento: 11:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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