ROVIGO - Mentre giovedì sera una schedina del Superenalotto comprato nella tabaccheria di viale Tre Martiri ha fruttato 85 milioni a un fortunato giocatore, sabato mattina c'è chi ha provato a passare all'incasso senza nemmeno giocare, tentando prima una rapina a una tabaccheria in zona industriale e poi compiendola, armato di un coltello, nella sala slot che si trova di fronte, fuggendo con tremila euro in contanti. Ma facendo poca strada e "vincendo" un arresto scattato con velocità sorprendente. A dare l'allarme è stata la dipendente della sala slot che ha raccontato di essere stata avvicinata da un uomo armato di coltello con il volto parzialmente coperto, che le ha intimato di consegnare l'incasso e una volta ottenuti i soldi, si è dato alla fuga. Sul posto sono accorsi i poliziotti della Squadra mobile, che dopo aver raccolto le dichiarazioni della donna e visionato le immagini riprese dall'impianto di videosorveglianza, hanno iniziato a cercare il rapinatore.
L'arresto
Con un'indagine lampo, hanno ricostruito il percorso del fuggitivo, individuando l'auto utilizzata per la rapina, parcheggiata nei pressi di un'abitazione in un comune fuori Rovigo. All'interno della casa è stato poi scorto un uomo, già noto alle forze dell'ordine, in possesso delle chiavi e proprietario dell'auto utilizzata per la commissione del reato e ripresa dalle telecamere di videosorveglianza, con fisionomia e vestiti compatibili con la descrizione fornita dalla dipendente della sala slot e trovato con un coltello a sua volta compatibile con quello minuziosamente descritto dalla vittima della rapina. L'uomo è stato accompagnato in questura, mentre nel frattempo, grazie a ulteriori indizi raccolti dagli investigatori della Mobile, è risultato essere anche indiziato del tentato furto avvenuto nel bar tabaccheria poco distante dalla sala slot, pochi minuti prima. L'uomo, denunciato per le ipotesi di reato di tentato furto aggravato e per rapina aggravata, è stato arrestato nella quasi flagranza ed è stato accompagnato in carcere, in attesa della direttissima.
Notizie bloccate
La brillante operazione della polizia risale allo scorso 18 novembre, anche se è stato comunicato solo ieri, per effetto delle norme "bavaglio" contenute nel decreto legislativo 188 del 2021 sulla "presunzione di innocenza", che fa parte della cosiddetta Riforma Cartabia e che pur muovendo da un principio sacrosanto, di evitare i processi fuori dalle aule di Tribunale, non ha di fatto avuto alcun effetto per le vicende di grande rilievo mediatico, rimanendo del tutto inapplicato, per esempio per le trasmissioni televisive nelle quali gli imputati vengono bollati come colpevoli, mentre ha creato un cortocircuito nell'informazione locale, con le stesse forze dell'ordine che non possono nemmeno dar conto di aver sventato una rapina, perché la legge ha pensato un modo astruso per la comunicazione di fatti di cronaca che portino ad indagare qualcuno: «Il procuratore della Repubblica mantiene personalmente, ovvero tramite un magistrato dell'ufficio appositamente delegato, i rapporti con gli organi di informazione, esclusivamente tramite comunicati ufficiali oppure, nei casi di particolare rilevanza pubblica dei fatti, tramite conferenze stampa».