CHIOGGIA - Forse il locale in questione non aveva una porta molto robusta. Forse il titolare era stato un po' ingenuo a lasciare quei 200 euro nel registratore di cassa e, forse, l'autore del furto era in preda a una necessità impellente che gli ha decuplicato le forze e il coraggio e non si è curato dell'unica misura di sicurezza che era installata all'interno del locale: la telecamera. È stato tramite questa che il titolare del bacaro "Do ombre" di riva canal Lombardo, ha potuto assistere all'ingresso fragoroso del ladro che ha scardinato la porta prendendola a calci, lo ha visto dirigersi al registratore di cassa e forzarlo per prendere i soldi all'interno e poi allontanarsi: un fatto avvenuto nella notte tra sabato e domenica e riportato, poi, dalla testata on line Chioggiazzurra.it alla quale il derubato ha anche riferito il nome del presunto autore della "spaccata", così come lui lo aveva riconosciuto dalle immagini: si tratterebbe di M.P.
PREPOTENTE
Deve aver avuto molta paura, infatti, l'anziano che, l'anno scorso, sempre in riva canal Lombardo, in un locale diverso da quello di questo fine settimana, è stato preso a calci dal giovanotto in un impeto di rabbia incomprensibile da chi aveva assistito all'episodio. E devono aver preferito non avere grane il commerciante che si è sentito chiedere 100 euro per un sacchetto di pesce che ne valeva molti meno e che non aveva intenzione di comprare, o il conoscente che si era sentito chiedere 20 euro "in prestito" e li ha dati sapendo che, per quanto pochi, non li avrebbe più rivisti. E deve aver avuto compassione di lui la zia che, un paio di mesi fa, è stata picchiata alla gamba su cui è innestata una protesi. Sono episodi riferiti in confidenza ma, a quanto pare, mai passati attraverso l'ufficialità di una denuncia se non quella informale del blogger Andrea Comparato che, in qualche modo, li ha raccontati finendo per entrare anche lui nel mirino del giovane manesco. Va detto, però, che alcune denunce ci sono: quelle, più vecchie, per i comportamenti minacciosi e bulleschi oltremisura tenuti, anni fa, in riva Vena, dove si era ritagliato un piccolo "territorio" personale, quelle, un paio, di un tabaccaio rapinato in quella zona e quelle dello stesso Comparato che, però, apparentemente, non bastano a dare la certezza di quella pericolosità sociale che potrebbe consentire l'applicazione di qualche misura cautelare.
DIPENDENZA
A rendere difficile un intervento "contenitivo" è anche la condizione di dipendenza del ragazzo che fa uso di alcol e stupefacenti (e questa sarebbe la ragione della sua aggressività) e che avrebbe bisogno, quindi, più di un luogo di cura, che di detenzione. Cosa che, senza la sua collaborazione, sembra abbastanza difficile da concretizzare e che, comunque, richiederebbe un forte investimento da parte dei servizi sociali e delle istituzioni in generale. Nel frattempo il giovane è abbandonato a se stesso, poiché anche la famiglia di origine è piuttosto problematica (ha un divieto di avvicinamento alla madre e non sono mancati neppure i litigi con il fratello minore, bottiglie rotte alla mano) e chi si trova ad avere a che fare con lui "preferisce" non denunciare, proprio per il timore di ritorsioni violente: una spirale che aumenta l'insicurezza di tutti.