PORDENONE - Due punti caldi: Mogliano Veneto e Sacile, in provincia i Pordenone.
COSA SUCCEDE
Due guasti “bloccanti” al mese. Significa che ogni 15 giorni un problema dalla dinamica maggiore, quindi in grado di bloccare fisicamente la marcia dei treni, condiziona i transiti sulla linea Venezia-Udine. Lo sanno bene i passeggeri della Marca e del Friuli Venezia Giulia. Migliaia di persone che si spostano tutti i giorni. Il problema principale è quello delle centraline, che governano la rete elettrica. Il 7 marzo si è guastata quella di Mogliano Veneto, snodo cruciale sulla Venezia-Udine. Tra la serata di martedì e la mattinata di ieri è successo di nuovo. Zero corrente, treni fermi. La stessa cosa è capitata a fine marzo e a metà febbraio a Sacile. La fonte del problema? Sempre una centralina. Nella cittadina sul Livenza a marzo si è bloccato un deviatoio (è il meccanismo che regola gli scambi ferroviari), generando un altro blocco della circolazione. Eppure l’ondata di maltempo che ha colpito Veneto e Friuli Venezia Giulia martedì non era tra le peggiori. Tanto è bastato, però, per mandare in tilt più di 120 chilometri di binari, convogli, passeggeri. «Le forti raffiche di vento e il crollo delle temperature sono state una combinazione micidiale per la linea ferroviaria», si è letto nelle note ufficiali in merito al guasto di ieri mattina, con ritardi fino a 70 minuti e treni cancellati. L’intervento dei tecnici ha permesso un lento ritorno alla normalità, anche se i ritardi sono andati avanti fino a dopo mezzogiorno.
IL QUADRO
Un’altra linea ferroviaria che collega il Friuli Venezia Giulia al Veneto è in questi mesi sotto i ferri. Si parla in questo caso della Venezia-Trieste, che transitando da Portogruaro raggiunge l’aeroporto di Ronchi dei Legionari (Go) per poi puntare sul capoluogo del Fvg. Il progetto di potenziamento del tracciato Venezia Mestre-Ronchi Sud prevede l’eliminazione di punti singolari o tratte che condizionano l’attuale velocità di tracciato, per far viaggiare i treni a una velocità massima di 200 chilometri orari. Un piano che Rfi conta di portare a compimento entro il 2027. La linea Venezia-Udine, invece, è di fatto dimenticata. La velocità massima di percorrenza (inclusi Italo e Frecce) è di 150 chilometri orari. È la stessa che si poteva raggiungere negli anni Sessanta. Non è cambiato nulla. E all’orizzonte non ci sono interventi sostanziali, se non quelli legati alla manutenzione ordinaria e straordinaria. Il tracciato che attraversa città come Treviso e Pordenone per arrivare a Udine rimarrà lo stesso. Cioè un percorso vecchio e soggetto ai guasti. «Rete ferroviaria italiana - ha spiegato l’assessore regionale alle Infrastrutture del Friuli Venezia Giulia, Cristina Amirante - passerà ad affrontare il problema della Udine-Venezia solamente dopo la conclusione del potenziamento della linea “bassa”». Quindi dopo il 2030, dal momento che i lavori non sono nemmeno tra quelli in calendario tra il 2027 e la fine del decennio.