VENEZIA - Il telefono di Monica Poli, la primula rossa dei Cittadini non distratti nota per le sue videosegnalazioni di bande di borseggiatrici è stato ritrovato. Venerdì aveva subito il furto da parte di un giovane che deve essere ancora identificato e il giorno dopo, grazie alla localizzazione, i carabinieri lo hanno ritrovato e consegnato alla legittima proprietaria che nel frattempo ne aveva preso un altro e aveva ricominciato a fare segnalazioni.
Tutto è bene quel che finisce bene, dunque. O no?
Rimane ancora da individuare il responsabile del furto, del quale comunque esiste una fotografia. C’è chi dice di averlo visto più volte bazzicare tra i giardini Papadopoli e piazzale Roma, dove di notte bazzicano gli spacciatori magrebini diretti poi a Santa Margherita e Rialto, ma saranno i militari a stabilirlo.
MAL DI PANCIA
Ma c’è un’altra questione. Tutta la vicenda del furto del telefonino e il tam tam mediatico che ne è seguito hanno innescato una serie di malumori in seno all’associazione dei Cittadini non distratti. All’interno c’è chi pensa che Poli, con la notorietà a livello globale acquisita con i video social (ricordiamo, alcuni hanno avuto 60 milioni di visualizzazioni) non abbia fatto bene alla causa del gruppo. Finora, infatti, nessuno ci aveva messo la faccia: lavorava per uno scopo e basta. Da quando lei ha avuto l’idea (geniale, senza dubbio) di aprire i canali Instagram e Tik Tok i video in cui avverte i turisti della presenza di borseggiatori sono diventati virali. Però, non ci sono più i “non distratti”, il cui nome è nel canale, ma lei. Le continue interviste da parte di media di tutto il mondo l’hanno resa molto nota e in un gruppo riservato come quello dei Non Distratti questa cosa non sta bene.
Ma c’è poi un altro aspetto. Poli è un consigliere di Municipalità del gruppo della Lega e il fatto della militanza attiva in politica è mal digerita in un gruppo che si professa come una Onlus “apolitica”. Certo è che altri componenti erano impegnati politicamente, ma al momento di creare l’associazione hanno stracciato le tessere di partito per garantire il pluralismo. E anche nell’ambiente del Carroccio non sembra piacere tutto questo “azionismo”.
Invidia nei confronti di chi oltre a fare del bene per la collettività ha avuto una buona idea? Forse. Però è un fattore di cui tenere conto.
LA CRITICA
Sul piano politico, la segreteria di Azione è uscita nei giorni scorsi con una nota in cui si invita a fare attenzione con i video dei borseggiatori che imperversano in rete. Il rischio - secondo il partito fondato da Carlo Calenda - è che si crei una cattiva pubblicità per Venezia.
«Dobbiamo fare molta attenzione a non abusare di questi video - dicono il segretario Paolo Bonafè e il responsabile per Venezia Mauro Memo - perché potremmo avere in futuro importanti cadute di immagine, visto che già oggi i maggiori quotidiani mondiali scrivono di una città dove la delinquenza è fuori controllo.