A Venezia spaccio, movida e bande di ubriachi molesti: «Così è cambiato campo Santi Apostoli»

Sabato 11 Maggio 2024 di Marta Gasparon
Campo Santi Apostoli

VENEZIA - Chi la zona la conosce, perché ci è nato e cresciuto, parla di una situazione degenerata nel tempo. Se una volta quello dei Santi Apostoli era visto come un campo tranquillo, dove particolari criticità non si registravano, ora sembra non essere più così, tra persone alterate dall'alcol e spacciatori in attesa dei clienti a partire da determinate ore del giorno, con giovanissimi in cerca di uno spinello.

E l'aggressione violenta dell'altra sera sembra soltanto l'ultima goccia di un vaso ormai traboccato in un episodio a cui commercianti ed esercenti dell'area non avevano mai assistito prima. «Sono testimone del cambiamento della zona: tanti i fattori che hanno portato a questo degrado, a cominciare dall'avvento dei locali e dallo spopolamento. Penso poi a quei gruppi che vengono qui per l'addio al nubilato e celibato, un problema per la città», analizza Ivan Corò, della tabaccheria in campo gestita con il fratello Massimiliano, che conferma il quadro da lui delineato. «Determinati comportamenti andrebbero bloccati. Il fatto è che di Venezia non interessa più nulla a nessuno e lo dico da veneziano che sta facendo di tutto per rimanere qua». E c'è il timore che una scena "estrema" possa ripetersi.

PAURA ALLA SERA
«La zona è tranquilla fino ad una certa ora afferma Sara, del bar Ai Santi Dopodiché dalle 20 o 21 si trasforma». I locali chiudono tutti allo stesso orario, ma quelli gestiti dagli stranieri tendono a farlo ben più tardi, anche alle 2-3 di notte. «E a quel punto è normale che vi bazzichi una determinata clientela, non certo veneziana». Tante le etnie raccontano gli esercenti che s'incrociano in campo nelle ore notturne. «Ci vorrebbero più controlli prosegue Sara e orari di chiusura rispettati da tutti». Riaed Sayal, che lavora nel kebab take away in cui l'aggressione si è verificata, ripercorre alcune scene sulla base di ciò che gli è stato riferito, fra bottiglia di birra rotta a terra e tavolino del plateatico lanciato sulla vetrina.

LA TESTIMONIANZA
«Al mio capo hanno dato 8 punti di sutura sulla mano racconta Sayal, bengalese in Italia da 15 anni L'aggressore era straniero, con buona probabilità marocchino. Gli italiani? Non fanno certe cose. È entrato nel locale chiedendo di ricaricare il cellulare, ma il titolare gli ha detto che non era possibile perché prese elettriche per i clienti non ce ne sono. Poi voleva andare al bagno, ma non lo abbiamo, e ha iniziato a inveire. Qui i clienti vengono sempre trattati bene. Sì, qualche ubriaco o drogato può capitare, ma mai era accaduto qualcosa di simile. Le leggi vanno rispettate, altrimenti è bene che le persone vengano rimandate nel loro Paese. Vorremmo più controlli». Preferisce non parlare, invece, la titolare cinese della limitrofa osteria Dal Riccio Peoco. «Il grosso del problema è il sabato, quando è pieno di gente alterata che urla e sbraita. Se eliminassero gli addii al celibato e nubilato riflette Davide Bonapersona, titolare dell'edicola in campo sarebbe meglio: le persone bevono, vanno su di giri e basta un niente per scaldarsi. Questa zona comunque non è peggio di altre». Si sofferma sullo stesso argomento Linda De Matteo, del negozio Rialto de Vero. «Il problema sono i weekend, con gente ubriaca già a metà giornata» dice, richiamando anche lei la necessità di maggiori controlli. «Da mesi segnaliamo le problematiche di campo Santi Apostoli, con locali che diventano approdo di gruppi di ubriachi indisturbati osserva Martina Zennaro, presidente del Comitato Danni da Movida Episodi che sono la conferma di una città in balia, senza controlli e presidio. Sta diventando pericoloso».
 

Ultimo aggiornamento: 13:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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