ROMA A 14 anni, per quel caschetto biondo che si portava dietro, gli amici lo chiamavano Nino, «dicevano assomigliassi a Nino D'angelo». Poi, crescendo, c'è stato Capitan Futuro, soprannome che non lo ha mai fatto impazzire dalla prima volta che lo ha sentito: «Quando prenderò la fascia nessuno farà festa dicendo "evviva De Rossi è diventato Capitano" visto che la storia, il giocatore più forte di sempre, Totti, avrà smesso di giocare».
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RINCORSA
Nei primi 100 giorni festeggiati a Udine (dove è arrivata, anche se in circostanze particolari, la prima vittoria in rimonta della sua gestione) De Rossi risulta tra i primi cinque allenatori ad aver segnato più gol nelle prime 19 partite contando anche l'Europa League in giallorosso: 36. Primo tecnico di questa particolare graduatoria è Boskov con 40 gol in 19 gare. Seguono: Mourinho (39), poi Capello e Zeman (37). Fermandosi al campionato attuale, in queste 13 gare soltanto l'Inter ha segnato di più (30 a 27) e ottenuto più vittorie (11 a 9). Due delle quali (Udine e derby) più una a San Siro in Europa League, arrivate con la solita formula magica legata alle palle inattive. Sempre lo stesso movimento, blocchi in area a liberare il colpitore di testa con Cristante pronto a emulare Mancini. Una ritrovata efficacia che rende la Roma ancor di più imprevedibile e letale. Aspettando Lukaku, DDR ha rispolverato in Friuli anche la formula del doppio centravanti, utilizzata contro la Lazio ma senza Dybala. Moduli, uomini, idee, gol, tutto ruota attorno a questo signore che il 16 gennaio scorso sembrava messo lì soltanto per placare l'ira popolare per l'addio dello sciamano portoghese. Cento giorni dopo, eccolo pronto a giocarsi la stagione in 14 giorni. E con un rinnovo, non scontato, in tasca. Non poco.