Dal primo gennaio 2024 la Francia non ammetterà più sul suo territorio degli imam provenienti dall'estero.
Il ministro degli Interni Gerald Darmanin in una lettera ai Paesi d'origine della maggior parte dei religiosi (Marocco, Turchia, Algeria, Tunisia) ha sottolineato che gli imam già residenti in Francia potranno rimanere sul territorio dopo il mese di aprile solo se in possesso di un nuovo status. Allo stesso tempo, una parte crescente degli imam che già prestano il loro servizio nelle moschee dovranno essere formati in Francia, essere regolarmente iscritti, pagare tasse attraverso le stesse associazioni di moschee.
Macron aveva annunciato nel 2020 che avrebbe cambiato le regole per limitare le influenze straniere sulle moschee. Attualmente sono circa 300 gli imam stranieri inviati soprattutto da Algeria, Tunisia, Marocco e Turchia. Le nuove regole entreranno in vigore tra quattro mesi mediante una sorta di legge quadro specifica che consensentirà di reclutare autonomamente i chierici. Saranno le moschee a pagarli direttamente. Naturalmente, ha specificato Darmanin, l'obiettivo non è quello di impedire agli imam stranieri di predicare in Francia, ma di garantire che nessun funzionario di un altro paese eserciti influenze negative sul suolo francese.
In questi ultimi anni in Francia è stato creato un percorso universitario dedicato, offerto dall'Istituto francese di studi islamici (IFI) ed è stato lanciato a Parigi il "Forum dell'Islam in Francia" (Forif). L'organismo di rappresentanza dei musulmani nel Paese ha lo scopo di contribuire a rappresentare in modo più efficace il secondo gruppo religioso francese e di fungere da punto di contatto permanente per il governo. Una struttura che grosso modo si ispira alla Conferenza tedesca sull'Islam.