L’eleganza perduta del Lido
Party trasferiti in centro storico

Venerdì 29 Agosto 2014 di Alda Vanzan
L’eleganza perduta del Lido Party trasferiti in centro storico
Nebbia sul red carpet. Dopo le bolle di sapone di un anno fa, quest'anno il sostegno a Emergency è stato fatto con la nebbia. Finta, ovvio. Ma l'effetto è stato comunque notevole, anche perché il bianco che riempiva la passerella del Palazzo del cinema faceva ulteriormente risaltare i bicchieri rossi di vetro di Murano alzati dai testimonial di questa iniziativa voluta dalla maison Jaeger-LeCoultre per celebrare il ventennale dell'associazione umanitaria. Così sono arrivate Camila Raznovich (una delle poche in corto, gonna anni '50, tinta scelta il rosa confettino), Cristiana Capotondi in lungo fiorito (mise che non ha riscosso grande successo, da lontano l'effetto era da tenda della nonna), Matilde Brandi monotinta beige (non proprio azzeccato per far risaltare l'incarnato).



E naturalmente Marina Ripa di Meana in versione casual: pantalone nero, camicia bianca e immancabile copricapo, sei sette fili intrecciati che rischiavano di non passare per la porta. Per il resto, un misto mare. Abiti lunghi bianchi candidi indossati da signore che erano appena uscite dalla profumeria (o dallo stand dello sponsor con omaggino di cremine), caftani con inserti precisi identici agli strofinacci che si usano in cucina. Poi, con l'arrivo del cast de "La rancon de la gloire", si è vista Nadine Labaki e si è fatto pace con l'eleganza. E non si pensi che siano solo le donne a osare o a strafare, anche i signori dovrebbero talvolta rivedere l'abbigliamento. Pare, ad esempio, che George Clooney abbia fatto scuola: anche Alexandre Desplat, il compositore francese che presiede la giuria di Venezia 71, indossa lo smoking senza curarsi di accorciare l'orlo. Ma mai quanto Giuseppe Battiston, ieri sul red carpet per Emergency in completo di lino verde con orlo dei pantaloni che finiva pestato sotto i sandali (i suoi). Dopodiché si potrebbe fare il confronto del taglio d'abito con quello del presentatore della diretta televisiva Livio Beshir (linea asciutta, il corto giusto), ma sarebbe impietoso.



Quest'anno va così: archiviato il gala inaugurale, le successive passerelle sono un po' scese di tono e i più spietati nei commenti, guarda un po', sono gli uomini tra il pubblico. A sentirli, il contorno della Mostra del cinema si sarebbe ridotto allo standard di una sagra paesana, con la differenza che con le sagre i paesi sono pieni di vita fino a tarda sera e qui decisamente no. Il fatto è quest'anno spesso e volentieri si emigra. La Mostra del cinema di Venezia la fanno al Lido, ma le feste, i cocktail, i party si tengono principalmente in centro storico. Capitava anche una volta, ma una volta era una rarità, l'eccezione: la preinaugurazione al Danieli con la bibbia del cinema Variety, la festa blindata alla Guggenheim, la cena selezionatissima a bordo di yacth o rompighiaccio. Quest'anno, invece, è diventata quasi una routine. Con un cliché culturale: la mostra di fotografia (ieri sera al Centurion c'era quella di Angela Lo Priore, cento ritratti in bianco e nero di altrettante star del cinema), la presentazione del libro, le cene riservate. Fatto sta che il più si sta svolgendo quasi tutto a Venezia, tra il Centurion Palace e la Palazzina G, qualche sbarco al Cipriani, al St Regis San Clemente o un'incursione a Palazzo Corner della Regina per i cortometraggi di Miu Miu. Al Lido tiene botta la Pagoda: ieri era atteso Riccardo Scamarcio, stasera si aspettano le Winx, mentre sulla terrazza dell'Excelsior il signore del cachemire Brunello Cucinelli presenterà la collezione invernale (che non c'entra niente con la Mostra del cinema, ma, vista la temperatura, un po' di lana male non fa).
Ultimo aggiornamento: 15:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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