Laura Pausini all'Arena
un doppio trionfo e una festa

Sabato 3 Maggio 2014 di Giò Alajmo
Il concerto di Laura Pausini all'Arena di Verona
VERONA - Laura Pausini trionfa all’Arena di Verona ricolma di fan convenuti da diverse parti del mondo, sconfiggendo anche la pioggia che si arresta prima dell’inizio e non disturba lo spettacolo.

La cantante romagnola mette in piedi per questo tour celebrativo dei suoi 20 anni di carriera una scaletta tutta hit da portare in giro per il mondo e porta in palco reale tutta la famiglia, compresa la figlioletta di 14 msi Paola, teneramente protetta da una cuffia antirumore e poi mandata a dormire dopo la quarta canzone.



Voglia di raccontarsi, di mettere un po’ di puntini sulle i, Laura porta sull’elegante palco - che lascia scoperta e illuminata l’Arena alle spalle come desiderio della sovrintendenza - una grand’orchestra, la sua band allargata e un po’ di ballerini per uno spettacolo dal sapore casereccio e internazionale al tempo stesso, che la vede presentarsi con cappello giacca bianca e chitarra per poi restare con un elegante abito nero pettinatura con la frangia trucco moderno, e una linea diventata quasi invidiabile dopo la maternità.

Laura era una ragazzina che "sognava di fare il pianobar" quando si presentò a Sanremo per la prima volta. Cantò "La solitudine" e da quel momento non fu più sola regalando alla musica pop italiana uno stile e una voce su cui contare. Si prese anche dei bei rischi perchè l’ugola sforzata ogni volta un po’ di più avrebbe potuto cedere. E la melodia aperta delle sue canzoni trovò consensi più all’estero che in Italia dove i primi concerti andarono spesso quasi deserti. Oggi è una star premiata con quattro Grammy, che esporta canzoni e concerti, e aiuta la bilancia dei pagamenti con oltre 45 milioni di dischi venduti nel mondo. Il suo è un pubblico affezionato, a cui racconta storie semplici con melodie cantabili e che sa domare concedendo le parti karaoke ma anche riprendendosi i suoi spazi, cantando in francese, in spagnolo, in inglese, e mantenendo sempre stretto il contatto con i ragazzi e le ragazzine come fosse davvero "una di loro".

La prima metà del concerto è un continuo raccontare tra le canzoni, la dedica alla figlia «ne parlo sempre perchè non restavo mai incinta e quando è capitato l’ho detto a tutti!», spiega diopo aver fatto ascoltare il duetto registrato con la piccola che canta "tanti auguri". Più donna e meno ragazza nell’aspetto, Laura compirà 40 anni il prossimo 16 maggio. Parola dei suoi sogni, della mamma, della nonna Teresa detta Norma, che fu per anni un suo punto di riferimento, e che riuscì a salutare il giorno della morte, nel 2007: «Tornai di corsa in auto da Milano a Faenza temendo di non arrivare in tempo in ospedale». Arrivò, le strinse la mano e riuscì a vederla sorridere e pronunciare "Laura" prima di chiudere gli occhi.

Racconta della soggezione che l’Arena mette ogni volta anche a una abituata ormai a cantare ovunque, e della canzone che scrisse in una notte da sola per sua sorella Silvia che si sposava, una volta scoperto che lei e il futuro marito non avevano una canzone preferita. E su "Prendo te" compaiono sul palco tre coppie di ballerini, un uomo e una donna, due donne, due maschi, a ricordare senza parole l’impegno di Laura a favore dei matrimoni gay.

Lo spettacolo è diviso in momenti melodici, romantici e rock, un ventaglio completo. "Surrender" che apre di fatto la seconda parte, è offerta in versione "Pausini" non quella a ritmo dance voluta dai produttori del suo primo disco americano, impegno che Laura prese molto sul serio al punto da trasferirsi in Usa per un anno a lavorare e studiare la lingua, ma che non la lasciò soddisfatta: «Preferivo rimanere me stessa», spiega. E dopo "E ritorno da te" si fa sfuggire uno sfogo all’indirizzo di un vecchio amore... «Ho messo troppe virgole quando ci voleva un punto. Str....ooooooooo».

La scaletta corre saltando di hit in hit fino a "Strani amori", l’ultimo singolo "Se fué" ("ovvero "Non c’è" in spagnolo) con il coro del pubblico e infine la versione di "La solitudine" arangiata da Morricone prima dell’immancabile saluto «Fate l’amore stanotte». Questa sera la replica in Arena, poi Taormina e da lì il mondo.
Ultimo aggiornamento: 20:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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