Vasco presenta il nuovo disco:
"Sono innocente, ma...."

Giovedì 30 Ottobre 2014
Vasco presenta il nuovo disco: "Sono innocente, ma...."
Vasco Rossi a Bari presenta l’uscita (il 4 novembre) del suo nuovo album "Sono innocente". L’occasione è il Medimex, Salone dell’innovazione e della Musica ospitato nella regione che ha visto la sua convalescenza e il ritorno al pubblico dopo la lunga malattia. «Sono contento di essere qui al Medimex fatto di gente che lavora», ha detto.



"Sono innocente è il suo diciassettesimo album in studio, dopo 36 di carrioera e 170 canzoni regalate ai fan. «L'artista è sempre innocente quando compone, anche se l'uomo è colpevole, la sua opera non lo è. Il titolo dell'album - ha spiegato - è "Sono Innocente, ma", titolo che si apre a tante interpretazioni. Quest'album ha tre diverse copertine, delle quali ne rimarrà solo una. Questo è l'album in cui c'è Vasco di oggi, di ieri e di domani. Un album ricco di contrasti, di chiaroscuri perché il rock è un linguaggio che non conosce il grigio, estremo, di fronte a ballate struggenti ci sono ritmi indiavolati.



Non ha mezze misure. Il rock ha il linguaggio perfetto per provocare, è ironia e autoironia».

Registrato a Bologna, prodotto come al solito da Guido Elmi, con uno staff molto ridotto per «fare un disco in modo diverso», l’album suona molto rock ma con delle particolari sfumature, come si è notato nel primo singolo "Come vorrei" tra violini e chitarre acustiche. «Per me il rock è come il sesso, è la cosa che faccio senza ridere», ha detto Vasco, aggiungendo che si tratta di «un album di singoli. "Sono Innocente" è più come un divertimento, posso essere colpevole. Sono colpevole».



E ancora: «"Come vorrei" - spiega - è la canzone attorno alla quale abbiamo costruito il disco. Una ballata struggente. A tre anni da "Vivere o niente" ecco "Sono Innocente". È un disco di duri incontri. Vivi come se dovessi morire domani ma ama come se dovessi amare per sempre. È un nuovo inizio. Ogni album nuovo è un nuovo inizio. Il mondo si arricchisce di un altro po’ di musica. Sono contento e mi ritengo fortunato di appartenere alla categoria di gente che l'opportunità di far emozionare, di far ridere. Per questo vi ringrazio tutti, il cielo e la chitarra».



Vasco è pieno di cose da dire: «Io non so se c'è ancora qualcuno che oggi mi vuole processare ma anche se fosse la cosa ormai non mi preoccupa più - dice -. Ho lavorato ad un album fatto di nuove consapevolezze e vecchi rancori. Ho voluto rispondere a tante critiche. Questo è un disco di duro incontro con la mia testa - ha raccontato - che al mattino è sempre diversa dalla sera prima. Cerco di trovare un equilibrio tra l'emisfero destro e sinistro e voglio mostrarlo alla gente».







Vasco fa anche qualche conto con il passato: «Si parla ancora di cose che risalgono agli anni Ottanta - ha detto - ma chi mi giudica corruttore di menti giovanili non ha capito niente. Io racconto quello che vedo, è la realtà e non mi invento niente. Credo che la musica sia sempre una forma di consolazione e qualcosa che può dare forza. Ho avuto le mie cadute ma non sono mai state da pollo perché ho sempre fatto tutto con la consapevolezza di farlo. Rifarei tutto e alla fine sono sempre rimasto in piedi come Rocky».



Nell’album si ascoltano brani come "Accidenti come sei bella", "Il blues della chitarra sola" e "Come vorrei". «L'artista è sempre innocente quando compone - ha confessato Vasco - e anche se non è innocente l'uomo, la sua opera lo è sempre».

Scorrendo le canzoni dell’album "Quante volte" sembra quasi un sequel di "Vita Spericolata". usa le stesse armonie e una sequenza melodica molto vicina a quella del suo capolavoro: stavolta però a chi sognava di essere Steve McQueen è subentrato un uomo che dice «quante volte ho pensato è finita e poi mi sono svegliato il lunedì, non voglio più vivere solo per stare in compagnia».



Lo stesso Vasco che traccia uno scanzonato bilancio esistenziale ironicamente venato di blues con un'elegante chitarra slide ne "Il blues della chitarra sola" si avventura in una canzone d'amore che sembra destinata a diventare un nuovo must da concerto: "Aspettami", con un testo che sintetizza un mondo interiore e una tenerezza forse nascosta da una vita vissuta pericolosamente: «Giuro che ti sto pensando ma non è vero, disperatamente cerco di scordarti ma non è vero, tutte le volte che ho cercato di lasciarti non c'ero».



Se a tutto questo si aggiungono i due singoli già anticipati, l'ironico e programmatico "Cambia-menti" e "Come vorrei", e si considera che "L'ape regina", ritratto femminile tutt'altro che politically correct (l'elenco delle «vittime» comprende anche un curato), è chitarre acustiche e percussioni, globalmente ne viene fuori un sound molto più morbido di quello ascoltato dal vivo.



Ovviamente i chitarroni sferraglianti, i riff implacabili e le ritmiche vertiginose ci sono: «Sono innocente» la title track, veste di metal un testo che è una rivendicazione di identità: «Sono innocente ma non mi fido più, sono innocente ma qui qualcuno è sempre pronto a giudicare, sparatemi ancora così vedremo chi cade chi perde chi ruba, non sono perfetto lo so ma sono pulito davvero, qualche macchia qua e là qualche incidente con le autorità».

"Duro incontro" mescola invece chitarre heavy a tastiere quasi dance e un testo ritmico che adatta l'italiano agli accenti del rock. C'è anche una chicca per appassionati: "Marta piange ancora", scritta quando Vasco aveva 15 anni e finora diffusa in Rete in una versione pirata e incompleta. "L'uomo più semplice", qui è riproposto in versione reloaded, un rockaccio di stampo americano anni '80 e una frase simbolo: "Siamo vivi domani chi lo sa".



«Sono innocente ma/ma non mi fido più /ho solo qualche multa da pagare/ qualche pastiglia e qualche rospo da ingoiare sono innocente o no si fa quel che si può...», canta Vasco. E dice: «Il rock è anche sberleffo e questo brano rientra senz'altro in questa categoria».



Con le nuove canzoni il Komandante tornerà protagonista dal vivo con una serie di concerti che per quattordici date l'anno prossimo lo vedranno salire sul palco tra la metà di giugno e luglio.
Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 15:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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