Bruxelles, filmato il killer mentre
fa fuoco sulla folla, ebrei sotto choc

Lunedì 26 Maggio 2014 di Francesca Pierantozzi
Bruxelles, filmato il killer mentre fa fuoco sulla folla, ebrei sotto choc
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E' un altro Mohamed Merah: il verdetto arriva dalla Francia, e getta il Belgio nel terrore. Due anni fa, sette persone, di cui tre bambini di una scuola ebraica, morirono sotto i colpi di fucile del 24enne jihadista di Tolosa.



L'avvocato dei parenti delle vittime ieri ha lanciato un monito: «Non abbiamo ancora imparato la lezione, è successo ancora». Da ieri, il Belgio cerca il suo Merah. Non ha un nome, ma un fisico atletico, un berretto nero, un kalashnikov e forse un volto, una barba, di tipo europeo. Ha già ucciso, potrebbe uccidere ancora.



L’APPELLO DELLA POLIZIA

Il bilancio delle vittime freddate al museo ebraico di Bruxelles sabato pomeriggio è aumentato: dopo la coppia di turisti cinquantenni israeliani e la volontaria francese, è morto ieri anche il ragazzo della biglietteria, Alexandre, 25 anni. Le sue condizioni erano disperate. Dopo aver visionato i video delle telecamere del museo e delle strade adiacenti, la polizia federale belga ha pubblicato ieri sul suo sito tre video, alcune foto e l’identikit chiedendo aiuto a eventuali testimoni. Si vede un uomo di corporatura media, atletico, passo svelto ma senza precipitazione, entrare nel museo. Ha un berretto nero, una blusa azzurra, pantaloni, scuri. Il volto è coperto forse anche dal cappuccio di una felpa. Ha due grosse borse nere. Si vede che le apre, monta un kalashnikov e spara. Più volte. Le vittime sono fuori dagli occhi delle telecamere, pochi secondi e l'uomo scappa via. Avrebbe agito da solo, è probabilmente ben preparato. Le prime ricerche non hanno dato risultati: un uomo fermato poche ore dopo l'attentato sarebbe semplicemente un testimone e non un complice. Sarebbe stato lui alla guida dell'Audi nera che in tanti hanno visto fermarsi davanti museo ebraico poco prima delle raffiche. Ma la pista sarebbe falsa e l'uomo non coinvolto nell'attentato.



COMUNITÀ EBRAICA SOTTO CHOC

L'attentatore sarebbe invece fuggito via a piedi, infilandosi per le stradine del frequentatissimo quartiere del Sablon nel cuore di Bruxelles: le telecamere lo seguono mentre corre senza panico, sulla rue des Minimes, poi la rue des Chandeliers, la rue Haute, poi più niente. Un testimone chiave, citato dal quotidiano francese Journal du Dimanche, avrebbe incrociato l'uomo a pochi metri dal museo. Aveva «due grosse borse nere in mano» e il volto scoperto. Una barba ma «non un arabo». Gli inquirenti belgi restano prudenti: «Tutte le piste restano aperte, quella antisemita non è confermata». La comunità ebraica è però sotto choc, e non solo in Belgio. In Francia sabato sera due fratelli di 18 e 23 anni che si stavano recando in una sinagoga di Creteil, alle porte di Parigi, sono stati aggrediti da un gruppo di giovani, dei «maghrebini» secondo i testimoni.



NUOVE VIOLENZE

«Ci hanno preso alle spalle, massacrato di pugni, soltanto perché avevamo la kippah», il copricapo ebraico, ha detto il maggiore, Raphael. Il ministro dell'Interno francese Cazeneuve ha subito annunciato il rafforzamento della sorveglianza vicino ai luoghi frequentati dalla comunità ebraica, in Belgio è da sabato sera a livello, 4, il massimo. Unanime la condanna all'estero. Oltre al «dolore» espresso da papa Francesco, il premier israeliano Netanyahu ha detto che l'attentato di Bruxelles è il risultato «della permanente incitazione all'odio contro gli ebrei e Israele».
Ultimo aggiornamento: 27 Maggio, 11:59

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