Gaza, Israele accetta tregua di 12 ore. Ban: palestinesi hanno sanguinato abbastanza

Venerdì 25 Luglio 2014
Gaza, Israele accetta tregua di 12 ore. Ban: palestinesi hanno sanguinato abbastanza
2

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il ministro della Difesa Moshe Yalon hanno accettato la richiesta di 12 ore di tregua (a partire dalle sette) su Gaza avanzata dal segretario di stato Usa, John Kerry, e dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. Lo riporta il quotidiano israeliano Haaretz.

La tregua è stata a sua volta accettata da Hamas. Il consiglio di gabinetto israeliano aveva respinto la proposta di un cessate il fuoco della durata di sette giorni. ​

Il rifiuto Il no di Tel Aviv a sette giorni di tregua, riferisce la tv di Stato, era stato motivato dal fatto che Israele intende restare nella Striscia di Gaza e continuare a distruggere i tunnel di Hamas.

Kerry «Stiamo lavorando a un cessate il fuoco umanitario di 7 giorni» per «dare entrambe la parti la possibilità di fermare la violenza», aveva detto Kerry. «Il mondo guarda la tragedia e sia israeliani che palestinesi meritano di vivere in modo normale», bisogna «riconoscere che la violenza porta violenza» e i «risultati a breve non ispireranno cambiamenti di lungo periodo, necessari e che tutte le parti vogliono», ha aggiunto Kerry parlando al Cairo.

Ban Ki-moon «I palestinesi hanno sanguinato abbastanza», ha detto il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, in conferenza stampa al Cairo, tornando a chiedere una tregua.

La proposta rifiutata La proposta di tregua di Kerry come primo passo prevedeva, da domenica, un cessate il fuoco temporaneo di una settimana. Durante questo lasso di tempo, le parti - grazie alla mediazione internazionale - comincerebbero a negoziare su punti di sicurezza, economici e politici per un accordo duraturo. Il gabinetto di sicurezza israeliano si è riunito oggi per discutere della nuova proposta di cessate il fuoco per Gaza presentata dal segretario di stato americano John Kerry. Lo riferisce la Radio israeliana. La proposta è stata presentata da Kerry ad entrambe le parti. Il segretario di stato americano lascerà il Cairo questo pomeriggio per rientrare a Washington.

Le clausole Tra i punti avanzati da Kerry - e che prevedono l'attiva partecipazione dell'Autorità nazionale palestinese - c'è il fatto che durante la tregua di una settimana le forze israeliane non lascerebbero del tutto la Striscia. Questo sarebbe uno dei temi più contestati da parte palestinese. Durante il cessate il fuoco di una settimana, le parti si incontrerebbero al Cairo per confrontarsi tramite la mediazione egiziana. Gli Stati Uniti, il segretario generale dell'Onu e l'Unione Europea si farebbero garanti con entrambe le parti che i negoziati riguarderanno temi essenziali. Per Israele, il disarmo dei razzi di Gaza e dei tunnel. Per Hamas, la fine del blocco e la ricostruzione dei danni che la Striscia ha subito durante le operazioni.

Il bilancio delle vittime Fonti palestinesi hanno detto che circa 24 palestinesi sono morti da mezzanotte scorsa nella Striscia sotto gli attacchi dell'esercito israeliano. Ashraf al-Qudra, portavoce del ministro della sanità palestinese - citato dalla agenzia palestinese Mann - ha detto che il bilancio complessivo è oramai di 823 morti e 5.240 feriti.

Emergenza sui cieli di Tel Aviv Un aereo dell'Air Canada proveniente da Toronto ha dovuto compiere una manovra di attesa al di sopra dell'aeroporto di Tel Aviv, durante un attacco di razzi, per attendere che l'aeroporto fosse sicuro. Lo ha annunciato una portavoce della compagnia aerea. «Otto chilometri prima dell'atterraggio questa mattina all'aeroporto di Tel Aviv I piloti del nostro volo AC84, partito da Toronto, hanno ricevuto l'ordine dalla torre di controllo di eseguire una normale manovra circolare del circuito d'attesa», ha detto la portavoce Isabelle Arthur. «Questa misura mirava ad attendere »che le condizioni dello spazio aereo fossero giudicate sicure prima di atterrare«, ha detto aggiungendo che ciò ha comportato solo un ritardo di dieci minuti. Il volo AC84 era il primo della compagnia a tornare a Tel Aviv dopo che tre giorni fa un missile era caduto non lontano dall'aeroporto Ben Gurion innescando una sospensione dei voli di alcune compagnie. »La sicurezza dei nostri passeggeri e dei nostri equipaggi è la nostra priorità assoluta e continueremo a sorvegliare l'evoluzione della situazione da vicino« ha aggiunto la portavoce.

Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci