Germania, vietati i contatti tra studenti
e prof sui social network per legge

Mercoledì 23 Ottobre 2013 di Mario Fabbroni
Germania, vietati i contatti tra studenti e prof sui social network per legge
ROMA - “Amici mai”. Cos recita il testo di una famosa canzone di Antonello Venditti. Ma stavolta in ballo non ci sono i rapporti d’amore tra ex, bens quelli tra docenti e studenti. La Germania infatti la prima nazione al mondo che ha stabilito di vietare drasticamente i contatti tra prof e alunni sui social network.

Meglio, sono stati quelli del Land della Renania-Palatinato a schierarsi apertamente contro la prassi della frequentazione online tra docenti e studenti, che si accettano vicendevolmente (nei loro profili personali) tra gli “amici” di Facebook in ogni luogo del pianeta. Finora nessuno aveva sollevato problemi in merito. Tuttavia i governanti tedeschi hanno messo il dito su una questione che stava rischiando di prendere una brutta piega. E si è acceso l’incendio, che rischia di divampare ben oltre i confini di Magonza. Il Ministero della Pubblica Istruzione locale, infatti, ha comunicato alle scuole regole ferree: il divieto di contatto si sarebbe reso necessario per separare la missione educativa della scuola rispetto al modello di business di Facebook.

«Anche perché la valutazione dei dati personali per scopi commerciali non è compatibile con la funzione scolastica. Per scambiare informazioni e dati ci sono alternative», come evidenziato dal ministero del Land teutonico.

Apriti, cielo. Altri Land ora vogliono regolamentare il contatto in Rete tra insegnanti e studenti. Il Baden-Württemberg, ad esempio, intenderebbe limitare l’uso dei social network per le scuole. E la Sassonia ha dichiarato che sta lavorando anche su normative pertinenti alla materia.

«Una decisione dura ma forse determinata dalla scarsa regolamentazione in materia, che ha portato ad un’anarchia nei rapporti docenti-studenti ed al rischio per quest’ultimi di perdere la cognizione del ruolo dei propri insegnanti», dice Giovanni D’Agata, fondatore dello Sportello dei Diritti.

E l’Italia sta solo a guardare? L’impressione è che il caso stia per esplodere. Specie nei giorni in cui c’è la certezza che buona parte d’Europa è stata spiata dai servizi segreti Usa.
Ultimo aggiornamento: 08:35

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