Il Canuto, l'ex picchiatore temuto perfino dal Nero: «Quello è uno pericoloso»

Venerdì 19 Dicembre 2014 di Sara Menafra
Il Canuto, l'ex picchiatore temuto perfino dal Nero: «Quello è uno pericoloso»
Aveva partecipato alla truffa Telecom Sparkle e voleva una parte del fantomatico tesoro di Gennaro Mokbel, rintracciato finora solo in piccola parte (Fanella aveva alcune buste di diamanti, nascoste nella casa in campagna).



La chiave del rapimento finito nell'omicidio ideato da Manlio Denaro la spiega in una intercettazione ambientale Massimo Carminati, all'indomani della sentenza di assoluzione per Silvio Scaglia, un anno e mezzo fa. Mokbel, dice ”il Nero” deve ancora dare a Denaro la sua parte di soldi: «Non glieli darà mai… Manlio gli sputa in faccia a Gennaro… gli dice “cosa vuoi?”... questo è un altro pezzo di… questo è peggio di quell'altro è… dopo un po' uno se le scorda le cose».



Da come ne parla Carminati, si capisce che Manlio Denaro è un tipo pericoloso persino per lui. Legato all'ex picchiatore fascista Lele Macchi, col quale avrebbe ideato il rapimento, nel pezzo di vita che conduce alla luce del sole, Denaro è conosciuto nella Roma nord di Massimo Carminati perché per anni è stato proprietario della palestra Flex Appeal, in via Marco Besso, la stessa dove si è formato Riccardo Brugia, considerato dagli inquirenti il braccio armato dell'organizzazione di Massimo Carminati. Lo conoscono anche in qualche ambiente legato allo spettacolo, visto che sua moglie è la figlia di ”Bud Spencer” Carlo Pedersoli.



«MI FANNO FUORI»

Se il rapimento finito male è stato pensato da pochi, dalle intercettazioni raccolte dalla Dda di Roma si capisce che quello che è in gioco è un vero e proprio scontro tra bande della mala nera romana. Divisa, dilaniata, dalla lotta per riprendersi il tesoro di Mokbel. Ne parla anche Lele Macchi, una volta in carcere. «Ma che so scemi questi...io porto i soldi, faccio la congiura, volete eliminarmi qua? (...) Io penso che veramente è un complotto, pure a loro gliel'hanno ordinato quelli là di Mokbel a farla questa cosa qua...», dice lamentandosi del comportamento dei suoi difensori con la moglie e ipotizzando che persino loro possano essere stati condizionati.



Macchi di Cellere, fermato in Francia per traffico di stupefacenti, teme che qualcuno possa collegarlo al rapimento finito in omicidio. La donna cerca di tranquillizzarlo: «Ha detto Raimondo (Bertoncelli, altro ex camerata, ndr) ”so tutti terrorizzati, non si può più parlare con nessuno, hanno detto che mettono i trasponder sotto le macchine” - dice Rita - vabbè, fanno le indagini, lo sapevamo, che è cambiato?...dico chi è che sparge sto terrore a Roma?».



E quindi la donna ripete: «Dice ”eh, i soliti...”...dico ”dì” perché un conto è questo (si copre con la mano l'occhio destro alludendo a Massimo Carminati annota la polizia)». Più avanti Macchi di Cellere commenta: «...tutti mokbelliani». Gli arresti dell'ultimo mese potrebbero aver cambiato gli equilibri. Ma per chi è rimasto fuori il segnale è chiaro: quel tesoro maledetto è ancora nascosto.
Ultimo aggiornamento: 15:43

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