«Yara violentata e uccisa»: traballa
l'accusa di omicidio contro Fikri/ Video

Lunedì 6 Dicembre 2010
Ricerche in un laghetto vicino a centro commerciale di Ambivere (ansa)
MILANO (6 dicembre) - Yara non si trova. Le indagini che sembravano aver imboccato la strada verso la soluzione del giallo, hanno registrato oggi una battuta d'arresto cos forte che potrebbero indurre gli inquirenti a ricominciare da zero. L'unica quasi certezza è che ormai tra gli investigatori nessuno spera più di trovare la ragazza viva. Una quasi certezza che ha portato gli inquirenti a cercare il copro in un invaso d'acqua dove, dopo ore di lavoro, le ricerche sono state sospese nel tardo pomeriggio di oggi e saranno riprese domani mattina.



Fino a oggi pomeriggio le indagini puntavano tutte verso Mohamed Fikri, marocchino che era stato fermato mentre viaggiava a bordo di una nave verso il suo Paese. Il telefonino dell'uomo era stato intercettato e da alcune frasi registrate gli investigatori pensavano di aver trovato la soluzione del giallo.



Una frase in arabo mal tradotta e un biglietto per il Marocco già in tasca da tempo hanno però fatto cadere l'ipotesi di una fuga. Le accuse contro Mohammed Firki vacillano e il 22enne marocchino accusato del sequestro e dell'omicidio di Yara Gambirasio, la 13enne scomparsa da Brembate di Sopra il 26 novembre scorso, lascerà il carcere di Bergamo nelle prossime ore. Gli indizi che sabato aveva portato al suo fermo, mentre era a bordo di una nave diretta in Marocco, a meno di 48 ore di distanza non bastano e la caccia al colpevole ricomincia. Fikri ha spiegato al pm di aver concordato le ferie con il suo datore di lavoro padovano e di aver comprato lunedì a Montebelluna il biglietto per Tangeri, con rientro previsto a febbraio.



La frase «Allah mi perdoni, non l'ho uccisa io», finita nel faldone dell'accusa è stata mal tradotta, spiega il marocchino davanti al gip Vincenza Maccora. Si tratta, sottolinea l'accusato, di un imprecazione. Inoltre, la sua versione, già fornita agli inquirenti, è senza sbavature: non ha tentato la fuga e quel biglietto per il Marocco era stato acquistato da tempo. Giustificazioni che mettono in crisi l'impianto accusatorio: è stato lo stesso pm Letizia Ruggeri, durante l'interrogatorio di garanzia, a chiedere la convalida del fermo, ma allo stesso tempo a chiedere che il 22enne lasci il carcere. Ora, le indagini ripartono da zero.



Era durato due ore l'interrogatorio di garanzia per il 22enne marocchino accusato di essere coinvolto nella vicenda di Yara Gambirasio. Sulla conferma del fermo o la scarcerazione del marocchino, il gip Vincenza Maccora si è riservata e deciderà domani le sorti giudiziarie di Mohamed Fikri, accusato di omicidio e sequestro di persona.



Il legale del maraocchino: deve essere scarcerato. «In mano hanno solo un'intercettazione ed elementi ancora più deboli». A parlare è Giovanni Fedeli, a capo dello studio legale per cui lavora Roberta Barbieri, l'avvocato che difende il ventiduenne marocchino, accusato del sequestro e dell'omicidio di Yara. Durante l'interrogatorio di convalida i legali hanno chiesto la scarcerazione «per la mancanza di gravi indizi di colpevolezza».



Il Pm non chiede carcerazione del marocchino. Il pm di Bergamo, Letizia Ruggeri, al termine dell'udienza di convalida del fermo del marocchino Mohamed Fikri indagato per la scomparsa di Yara Gambirasio, non ha chiesto la custodia cautelare in carcere in quanto, con il passare delle ore, non vi sarebbero più indizi di gravità tale da richiedere la custodia cautelare. A determinare la scelta del pm di non chiedere la custodia in carcere del marocchino, a quanto si è saputo, vi sarebbe stata anche una nuova traduzione della frase, in arabo, intercettata dagli investigatori.



Altre due persone coinvolte nel sequestro e nell'omicidio. Per ora, le ipotesi degli investigatori, è che il nordafricano avrebbe aiutato a sequestrare e far sparire la ragazzina di Brembate Sopra, violentata e uccisa da altre due persone. Sull'identità dei due misteriosi italiani ci sarebbe già più di una ipotesi. Nell'interrogatorio di ieri davanti al pm, però, il maghrebino non avrebbe rilasciato dichiarazioni utili. Per ora però le ipotesi restano solo tali.



«Conoscendo mio cugino, avrà detto “Allah mi protegga” e non “Allah mi perdoni”. Hanno sbagliato a tradurre dall'intercettazione telefonica». Lo dice Aberrazzaq, un cugino di Mohammed Fikri anche lui residente a Montebelluna: «è un'esclamazione naturale quando si viene attaccati o ci si trova coinvolti in qualcosa di spiacevole». E sull'inchiesta ricorda che «la sera di venerdì mio cugino mi ha accennato dell'interrogatorio dicendomi: “mi hanno chiamato i carabinieri per la storia di una ragazza, ma prima avevano sentito il mio principale”. Comunque sono convinto che sia innocente, ne sono sicuro al mille per cento».



È lapidario il procuratore aggiunto di Bergamo Massimo Meroni, che regge le sorti della procura orobica a proposito dell'ipotesi che nella vicenda di Yara Ganmbirasio, siano coinvolti anche due italiani: «Non ho nulla da dire», si è limitato ad affermare il magistrato.



Ricerche: dragato invaso d'acqua, nessun risultato vicino alla fonderia. I vigili del fuoco hanno lavorato ore per dragare e svuotare un invaso d'acqua nei pressi del cantiere edile di Mapello, dove avrebbe lavorato anche il marocchino fermato l'altro ieri e dove si perderebbero le tracce di Yara Gambirasio. I Vigili del fuoco hanno deciso di eliminare completamente l'acqua. L'invaso è largo una ventina di metri ed è profondo un metro vicino alla riva e quattro metri nella parte più profonda.



Le ricerche sono state sospese. Gli inquirenti hanno stabilito che deve essere completamente svuotato e i vigili, quando si è fatto buio, hanno dovuto sospendere per problemi tecnici. Il drenaggio riprenderà domani mattina.



I vigili sono arrivati in quell'area dopo una delle tante indicazioni che arrivano dagli inquirenti. In tarda mattinata per meno di un'ora, volontari e forze dell'ordine hanno scavato in un'area vicino alla fonderia di Ambivere, nel bergamasco, alla ricerca del corpo di Yara. I vigili del fuoco, gli uomini della protezione civile hanno scandagliato vicino alla fonderia che corre accanto ai binari di una vecchia ferrovia, ma non è stato trovato nessun elemento utile per trovare Yara.



Davanti a casa di Yara, riserbo e un cartello: “fiore calpestato”.
Rimangono chiusi in casa ad aspettare di sapere qualcosa i genitori di Yara Gambirasio, la ragazzina tredicenne scomparsa dieci giorni fa. L'affetto della gente che rispetta il loro riserbo si fa sentire timidamente, come ad esempio hanno fatto due ragazzini stamattina che hanno esposto per qualche minuto un cartello dedicato alla studentessa con la scritta “Fiore calpestato”. Nella via privata di accesso a villa Gambirasio è sempre di presidio un'auto della polizia locale che fa passare solo i residenti.



Magrebini del Veneto per solidarietà alla famiglia. «Noi stranieri di origine maghrebina residenti nella provincia di Padova e in Veneto, che siamo perfettamente integrati nella società italiana, abbiamo deciso di mobilitarci per portare la nostra solidarietà ai genitori di Yara Gambirasio». È quanto ha annunciato il leader della comunità marocchina locale, Sumia Fuganni: «Andremo mercoledì prossimo - ha detto - in occasione della festa dell'Immacolata».
Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre, 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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