Berlusconi, pm chiede nuove indagini su compravendita. L'Europa: Berlusconi non può candidarsi

Mercoledì 16 Aprile 2014
Silvio Berlusconi
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Silvio Berlusconi tuttora indagato dalla procura di Napoli per finanziamento illecito dei partiti e per tale vicenda i pm hanno ​emesso una richiesta di proroga delle indagini. È quanto emerge dagli atti depositati oggi dal pm Henry John Woodcock al processo, che si sta svolgendo davanti alla prima sezione del Tribunale, per la presunta compravendita dei senatori in cui l'ex premier è imputato di corruzione insieme con l'ex direttore dell'Avanti Valter Lavitola.



Tra i documenti depositati dalla procura, oltre a una serie di informative della Guardia di Finanza, vi è infatti la notifica di una richiesta di proroga delle indagini preliminari nei confronti di Berlusconi per i finanziamenti erogati negli anni scorsi al Movimento Italiani nel Mondo che fa riferimento all'ex senatore Sergio De Gregorio.



Berlusconi, per la vicenda della presunta compravendita dei senatori, era stato già indagato sia per corruzione (vicenda approdata al dibattimento che è ora in corso) sia per finanziamento illecito ma successivamente le ipotesi erano state separate in due diversi procedimenti, uno dei quali,relativo ai fondi a favore di De Gregorio, si trova ancora nella fase delle indagini preliminari secondo quanto si è appreso oggi in aula.



Proprio per esaminare la nuova documentazione depositata dalla procura, è slittata la testimonianza del capitano della Guardia di Finanza Sebastiano Di Giovanni. Per consentire ai legali di esaminare gli atti in vista dell'interrogatorio del teste, il Tribunale ha rinviato il processo al prossimo 7 maggio, accogliendo la richiesta del collegio di difesa: gli avvocati Michele Cerabona e Niccolò Ghedini, legali di Berlusconi, e gli avvocati Maurizio Paniz e Antonio Cirillo, difensori di Lavitola, nonchè dell'avvocato Bruno Larosa, legale di Forza Italia nella qualità di responsabile civile.



Intanto la Corte di Strasburgo ha respinto anche la seconda, nuova richiesta presentata dall'avvocato Ana Palacio in nome di alcuni parlamentari Fi e di cittadini italiani per far sospendere immediatamente le pene accessorie che impediscono a Berlusconi di candidarsi alle europee.



La richiesta avanzata da Palacio, precisa la Corte europea dei diritti umani, è stata esaminata da un giudice, come sollecitato dai ricorrenti dopo che la prima istanza era stata valutata e bocciata da un cancelliere della stessa Corte. Ma anche stavolta il ricorso è stato respinto perché è stato considerato fuori dal campo di applicazione della cosiddetta regola 39.



In base a questa disposizione la Corte può imporre a uno Stato membro del Consiglio d'Europa di prendere misure immediate per rimediare o evitare una violazione di alcuni diritti sanciti dalla Convenzione europea dei diritti umani. Fonti della Corte hanno spiegato che l'applicazione della regola 39 è però riservata a casi in cui è a rischio la vita o l'incolumità fisica del ricorrente.
Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 10:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA