Stangata in arrivo per gli statali:
il governo studia un nuovo
blocco biennale degli stipendi

Mercoledì 20 Agosto 2014 di Michele Di Branco
Renzi e Padoan
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La questione la riassume in termini crudi una fonte di primo livello del ministero del Tesoro: se non si

toccano sanità, pensioni e statali, la spending review non riuscirà a centrare i suoi obiettivi». Meglio ancora, «bisogna intervenire su almeno due su tre di questi capitoli». Ecco, la revisione della spesa dalla quale il governo punta ad incassare 16-17 miliardi nel 2015 è un rebus che Palazzo Chigi deve sciogliere in tempi sempre più stretti. La legge di Stabilità, va presentata al Parlamento entro metà ottobre e dopo il tempo delle ipotesi indicate dal commissario Carlo Cottarelli, Matteo Renzi è chiamato ad operare le scelte politiche. Scelte che, considerata la consistenza dei risparmi che si vogliono realizzare, rischiano di essere molto pesanti e niente affatto indolori per la maggioranza che sostiene il premier.





I MALUMORI

Una delle ipotesi sulla quale, con molta prudenza, si sta lavorando e che sta già suscitando diffuso malumore nel Pd, è quella di prorogare per altri due anni il blocco delle retribuzioni del pubblico impiego. Dal 2010, ormai, 3,3 milioni di lavoratori dello Stato si vedono negare da governi di vario colore il rinnovo contrattuale: una misura che è stata confermata dall’ultima legge di Stabilità fino alla fine del 2014. Per l’indennità di vacanza contrattuale, invece, è previsto uno stop ai valori del 2012 fino al 2017. La stretta sugli stipendi degli statali ha permesso di risparmiare, tra il 2010 e il 2014, qualcosa come 11,5 miliardi di euro. Il nuovo blocco della contrattazione inserito dal governo Letta nella manovra finanziaria.
Ultimo aggiornamento: 21 Agosto, 10:31

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