Riforme in mille giorni, Renzi annuncia: «L'Italia diventerà un Paese semplice. Non torniamo indietro sugli 80 euro»

Lunedì 1 Settembre 2014
Matteo Renzi
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Oggi la partenza dei mille giorni. La presenza del countdown e della verificabilit dei risultati la grande rivoluzione nella politica italiana: nel momento in cui sei accusato di "annuncite", malattia tipica di parte del ceto politico, rispondiamo con l'elenco di date a cui siamo auto-costretti. Lo afferma il premier Matteo Renzi, in conferenza stampa a Palazzo Chigi.



«Oggi per noi è la partenza dei Mille giorni», con un «countdown» delle riforme, ha continuato Renzi. Su questo «saremo giudicati a maggio 2017. Ho chiesto al ministro Boschi e a Delrio di aggiornare il numero dei decreti attuativi e lo strumento dei fondi europei costantemente sul sito. Entro 1000 giorni saremo un Paese civile se non avremo arretrati sui dl attuativi e se i denari non saranno realmente dispersi come talvolta abbiamo suoi fondi europei».



«Mettere una scansione temporale precisa è una ossessione precisa del mio fratello maggiore Del Rio che mi diceva "ma dobbiamo proprio metterla una data?"». Fissare un data «è stato l'elemento che ha consentito in questi mesi di superare tante resistenze».



Scuola. Sulla scuola «il programma già è pronto, è un report già preparato da qualche giorno, ma vogliamo riuscire a dare una visione un pò più completa di quanto fatto». confermando per venerdì la presentazione delle linee guida sulla riforma della scuola.



Luna di miele finita? «Leggo di tanti giudizi rispetto al fatto che è finita la nostra luna di miele» con gli elettori, dice Renzi. «Sono le stesse frasi che leggevo una settimana prima delle elezioni» europee, «quindi portano bene».



Lavoro. Poi il premier ha affrontato l'argomento della riforma del lavoro:
«Se mi avessero detto che avremmo impostato la riforma del lavoro portando a casa un dl che ha portato dei risultati verificabili immediati con un aumento della occupazione da febbraio a oggi», nessuno ci avrebbe creduto. «Il decreto Poletti è stato fatto e c'è».



A proposito del bonusi di 80 euro, Renzi ha spiegato che «Non sono una mancia elettorale, sono una scommessa politica che può piacere o meno, ma sono la più grande riduzione di tasse mai fatta e di aiuto al ceto medio. Si potevano dare ad altri? noi riteniamo che si debbano dare la ceto medio per aiutare i salari dei lavoratori». Il premier ha promesso che «Non torniamo indietro sugli 80 euro: cercheremo di allargare il bonus».



In merito alla riforma del lavoro invece per Renzi «il problema non è l'articolo 18, non lo è mai stato e non lo sarà». L'articolo 18 «riguarda tremila persone in Italia ma è caratterizzato da anni e anni come l'unico problema delle tematiche giuslavoristiche», aggiunge il premier, che promette: «Alla fine dei Mille giorni il diritto del lavoro sarà totalmente trasformato e l'Italia sarà un Paese semplice, in cui investire o non investire».



Europa. «La partita della rilevanza italiana in Ue che non si esaurisce» nella collocazione di una «bandierina sulla poltrona, ma si tratta di imporre» una nuova «strategia all'Europa, e questa imposizione è un obiettivo di tutti i Paesi».



Per quanto riguarda «Un ministro ragionevolmente lascerà questo governo il 25 o 26 ottobre dopo il voto del Parlamento Europeo. Da un paio di giorni prima inizieremo a pensarci. Fino ad allora Federica Mogherini è il ministro» degli Esteri. «Non c'è nessuna discussione di rimpasto». Lo afferma il premier Matteo Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi.



«Continuiamo a lavorare con Federica che sarà con me ed il ministro Pinotti, giovedì e venerdì in Galles per il vertice della Nato», aggiunge Renzi.



«L'Italia fa le riforme che servono all'Italia, non perchè ce lo chiede l'Ue, sono riforme importanti, non serviranno a salvare il paese, il Paese lo salvano le persone, non le riforme, ma queste potranno dare nuova fiducia a imprese e famiglie», ha insistito Renzi. «Sul lavoro la Germania è un nostro modello, non un nostro nemico». Ci si deve rendere conto della necessità di «rendere il nostro mercato del lavoro come quello tedesco».



Boschi: «Dimezzati i decreti "ereditati"». «I decreti da attuare ereditati dai governi Monti-Letta erano 889, sono oggi 528: nell'arco di sei mesi abbiamo dimezzato il numero. Oggi abbiamo 699 decreti da attuare complessivamente, tra pregresso e decreti prodotti da questo governo: abbiamo riorganizzato la struttura e istituito tavoli di lavoro con ministeri competenti». Così il ministro Maria Elena Boschi a Palazzo Chigi. «Abbiamo prodotto anche troppo - chiosa il premier Matteo Renzi - La grande sfida sarà delegificare e ridurre il procedimento normativo».



«Alla fine dei Mille giorni il diritto del lavoro sarà totalmente trasformato e l'Italia sarà un Paese semplice, in cui investire o non investire».



Il sito dei Mille giorni. «Il sito http://passodopopasso.italia.it è il diario di bordo dei Mille giorni. Sarà arricchito quotidianamente. Domani l'agricoltura, mercoledì la scuola».
Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 07:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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