Brutta sorpresa natalizia per gli insegnanti precari: tagliati gli stipendi

Domenica 15 Dicembre 2013
Brutta sorpresa natalizia per gli insegnanti precari: tagliati gli stipendi
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ROMA - Era un extra. Una risorsa economica in pi per le pause estive senza lavoro. Quasi uno stipendio in aggiunta su cui poter contare. Ora, però, in nome dei tagli della spesa, ai precari della scuola non vengono più pagate le ferie maturate, come è sempre avvenuto fino ad adesso. E molti insegnanti che a dicembre si aspettavano di vedersele pagate almeno per l’anno scolastico appena passato, sono rimasti delusi: nella busta paga di questo mese hanno trovato circa mille euro in meno.



La legge Quella delle ferie dei precari è una questione che si trascina da tempo. «È l’ennesima ingiustizia per i supplenti», sostiene Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, uno dei sindacati della scuola. Tutto nasce dalla legge sulla Spending review varata dal governo Monti, nel 2012, che ha previsto la non monetizzazione delle ferie maturate per il personale del pubblico impiego. Quella legge però non dava indicazioni specifiche per i precari del settore scuola, perciò è stato necessario aggiungere una precisazione con la successiva legge di stabilità. E la precisazione è la seguente: per il personale della scuola le ferie possono essere monetizzate, però dal conto delle ferie maturate bisogna sottrarre i giorni in cui l’attività didattica è stata sospesa, cioè le vacanze di Natale, di Pasqua e buona parte del mese di giugno.



Per i docenti di ruolo gli effetti di questa norma sono nulli: per loro le vacanze arrivano regolarmente con la chiusura estiva delle scuole, e le mensilità di retribuzione restano sempre dodici più tredicesima. Diverso è il caso dei precari con contratto a dieci mesi. Per loro il rapporto di lavoro si interrompe ogni anno a luglio e agosto per poi riprendersi a settembre.



Questo diverso meccanismo di calcolo delle ferie si traduce dunque in un taglio consistente dello stipendio. E quel taglio si fa sentire tutto a dicembre, il mese in cui veniva normalmente erogato il pagamento delle ferie maturate l’anno prima.



Gli interessati però contestano il principio introdotto dalla nuova legge. Il fatto che per molti giorni dell’anno scolastico non ci sono lezioni per gli studenti - dicono - non significa che in quei giorni gli insegnanti non lavorino: in quei periodi i docenti in realtà sono spesso obbligati ad andare comunque al lavoro per programmare le attività didattiche. Per non parlare del fatto che il trattamento non è stato uguale per tutti: in alcuni istituti i dirigenti l’anno scorso hanno imposto le ferie coatte a Natale e Pasqua, in altre no, e c’è persino chi è stato chiamato a restituire un giorno di lavoro perché nella fretta di applicare questa norma – sostiene l’Anief – la scuola aveva sbagliato il computo dei giorni di ferie maturati.



Molti insegnanti vedono ora come unica soluzione il ricorso in tribunale per vedersi riconoscere il proprio diritto. La stessa Anief ha già pronte circa un migliaio di diffide. Anche gli altri sindacati della scuola non stanno a guardare e stanno organizzando vertenze, dopo aver inviato, nei mesi scorsi, una lettera congiunta al ministero dell’Istruzione chiedendo di fare chiarezza sulla questione. I potenziali interessati sono molte decine di migliaia, se si calcola che i dipendenti a tempo determinato nella scuola sono circa 150 mila e gran parte di questi ha il contratto a 10 mesi. Il taglio delle ferie per il Tesoro porta un risparmio complessivo che può aggirarsi sui 100 milioni di euro.



L’errore informatico Un'altra brutta sorpresa è arrivata poi per altre migliaia di supplenti, docenti e Ata, quelli che sostituiscono i colleghi di ruolo per periodi ridotti (pochi giorni o poche settimane di lezione). Per loro il Natale sarà senza stipendio, anche se si tratta solo di un ritardo.
Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 09:29

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