Io, ex tabaccaio, strozzato
dalle banche e costretto a chiudere

Martedì 1 Ottobre 2013
Mi chiamo Stefano Angelo Luise ho 54 anni nato a Padova e residente a Vigonza (PD), sono sposato e dal matrimonio sono nate due figlie, vorrei in poche parole raccontare la mia storia. Nel 2001 decisi di aprire un attività di cartoleria nel comune di Padova, dopo 25 anni di serigrafia; per i primi anni andava discretamente bene e nel 2004 ho avuto la sensazione che stava cambiando qualcosa nell'economia e nel mio conto, ma tenni duro.

Nel 2009 ebbi la visita dell'Agenzia delle Entrate con relativa stangata, decisi allora di ricapitalizzare con una banca nella speranza di una ripresa ma mia moglie venne licenziata nello stesso anno perdendo un introito importante per la famiglia, va ben pazienza, intanto l'economia precipitava sempre più. Nel 2011 una banca mi obbligò di rientrare nel fido con un finanziamento, le dissi che in questo modo non mi lasciava nessun margine di manovra, strozzandomi.. va ben ho accettato e tenuto duro... ma niente, sempre peggio anche risparmiando fino all'osso, niente... ne ho due di banche una è abbastanza cordiale l'altra invece no... Il 30 settembre chiudo l'attività con un sacco di debiti... lasciando perdere i dettagli della mia battaglia che ce ne sarebbero da dire di cose. Per finirla ho fatto analizzare i miei conti correnti e sembra che le due banche mi abbiano "fregato" circa 36000.00 euro tra usura e anatocismo, so che si può fare causa, mi sono anche informato sulle NAC ma non so come muovermi. Sono sempre stato un combattente... per dire, mio cugino si è sparato per la crisi l'anno scorso, da quel giorno ho fatto cartelli esposti in negozio che denunciavano il sistema economico e quello che sta succedendo in Italia, finendo sul giornale locale e in una tv privata, ma niente, ho sempre trovato gente che mi diceva "cosa serve fare o dire quello che fai, tanto non cambierà niente..." Questa è la mia storia ne più ne meno uguale a tante altre... Sarebbe ora che tutti noi italiani ci svegliassimo e cominciassimo a protestare non per noi ma per i nostri figli e i loro futuro!



Stefano Angelo Luise

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