Stanchi di essere stanchi: è l'ora di rimboccarsi le maniche

Mercoledì 17 Dicembre 2014
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Caro Gazzettino,

nella Bibbia, si racconta delle punizioni ( piaghe) che Dio inflisse agli egizi prima che Mosè liberasse il popolo di Israele, dal paese della schiavitù. L’ immaginario collettivo ne ricorda sette ( come gli anni della crisi economica che stiamo vivendo )ma, il libro dell’Esodo ne riporta dieci. Alla fine, piegato il popolo oppressore, gli Israeliti che, pur avendo perduto la speranza non avevano abbandonato la propria fede, poterono andare, finalmente liberi verso la Palestina.

C’è una qualche somiglianza tra gli ebrei dell’Esodo e il momento che stiamo vivendo? Tra la loro perdita di speranza ed il nostro dibatterci nella palude della quotidianità? Loro seppero mantenere la propria fede intatta e noi su quali basi poggiamo la nostra?



Siamo al 26° posto su 107 Provincie italiane per qualità della vita. Siamo la 7° provincia italiana e la 2° del Veneto, per numero di domande di brevetto; contiamo su un agroalimentare che poggia su 123 prodotti tipici e locali fra i quali due invidiati in tutto il mondo il radicchio tardivo ed il prosecco. Possediamo un ambiente particolare entro il quale collocare un turismo fatto di citta d’arte come Castelfranco, Conegliano, Oderzo, Treviso, Vittorio Veneto, ma anche eccellenze come Asolo, Portobuffolè e Possagno col Canova. La crisi occupazionale è stata fronteggiata di più e meglio che in altri luoghi grazie ad accordi economici pensati da una bilateralità efficiente che ha costruito un welfare privato che è preso ad esempio da altre provincie italiane. Innovazione e creatività sono il tratto distintivo di molti nostri imprenditori. Oltre 340 associazioni no-profit in cui operano diverse migliaia di volontari per centinaia di progetti finanziati grazie a paternariati ad elevata progettualità. Una Caritas attivissima, non solo sui centri di ascolto, ma anche capace di strumenti in risposta alle nuove povertà. Il progetto Penelope a supporto degli imprenditori in crisi. Una sanità tecnicamente eccellente che attrae pazienti anche da altre regioni, ed insieme misericordiosa come dimostrato dall’hospice dell’Advar. Abbiamo licei e scuole tra le migliori d’Italia. Ogni studente che esce dalle medie ha almeno 3 possibilità di scelta per area di studio. Per disporre, dopo le superiori, di 2 prestigiosi atenei nel raggio di 50 km.



Tutto questo siamo noi, la nostra collettività provinciale. Tutto questo è stato partorito dalla nostra cultura legata al territorio, attenta a famiglia e solidarietà. Tutto questo si regge su una sensibilità, incarnata sulle relazioni di vicinato ed insieme aperta alla solidarietà generale.



Di cosa aver paura se non della paura della nostra paura?

Il recente Atlante Economico del Veneto, evidenzia come il Terziario di Mercato risulti costituito da quasi 270.000 imprese, equivalenti al 60.2% del totale. Sviluppano un volume d’affari di quasi 147 Mld di euro danno lavoro ad oltre 1 milione di persone, contribuendo in tal modo a formare poco più del 50% del volume d’affari complessivo del sistema economico di mercato della regione.



E’ vero c’è la crisi, e picchia duramente. Cambia gli assetti del mondo che conosciamo. Proietta ombre inquietanti amplificate dalla difficoltà nel rincorrere cambiamenti troppo veloci. Il mercato assume forme e usa strumenti che non tutti potranno reggere. Il fisco, la burocrazia, la macchina pubblica non ci sono amici. Ma questi sono i dati da cui partire per ripetere all’infinito, come fosse un mantra: vincendo la paura della nostra paura possiamo, possiamo, vogliamo, farcela. E’ vero, siamo i figli di un territorio che in poco tempo ha visto tramontare l’epoca dei capannoni, del “piccolo è bello” con un impresa ogni 7 abitanti; ed oggi si guarda intorno smarrito, causa della perdita di “ciò che non è più, mentre cerca “ciò che non è ancora”.



Proprio per questo sappiamo che il vero futuro è nell’intelligenza del commercio, turismo e servizi, cioè del terziario di mercato. E risiede nel cuore e nelle gambe di chi, del contatto con le persone e dell’esperienza relazionale, ha fatto il proprio modo di essere.



Manca solo un aspetto. Guardare con occhi nuovi la crisi che tutto quanto conosciamo, ma anche OPPORTUNITA’. Opportunità di cambiare angolo visuale, comportamenti imprenditoriali, convinzioni superate, abitudini inutili. Opportunità di ritrovare l’entusiasmo dell’inizio. Opportunità di smettere di aver paura delle nostre paure. Opportunità di credere che domani sarà migliore di oggi e che saremo noi con le nostre mani e la nostra determinazione a costruirlo secondo il progetto che abbiamo in testa. Perché, come scrive Mary Shelly “ nulla contribuisce a tranquillizzare la mente quanto uno scopo preciso, un punto sul quale l’anima possa fissare il suo occhio”



Renato Salvadori, presidente Confcommercio Treviso



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