Caro direttore,
riflettendo sullo sciopero generale e sulle vicende interne dei partiti, specie nel Pd, mi convinco sempre più che si tratta di una questione di potere. Perché i sindacati fanno sciopero? Sono veramente convinti che le loro ragioni salvino l'Italia? Facciamo l'ipotesi che i loro rappresentanti dovessero assumere la responsabilità del governo, che cosa succederebbe? Sarebbero disposti a prendersi questa responsabilità? Penso di no, in quanto dicono di esercitare l’opposizione come in passato.
Si tratta insomma di difendere ruolo e interesse, proclamando di agire per il bene del popolo. Lo stesso si può dire del Pd. La minoranza ha bisogno di difendere le proprie ragioni, perché così ha modo di esistere, ma le loro ragioni sarebbero una piccolissima minoranza nel Paese. Renzi viene percepito come un corpo estraneo, pur sapendo che egli è finalmente un leader vittorioso. Anche se il diritto di critica è sacrosanto, non è lecito mettere il Paese a servizio del partito.
Luigi Floriani
Conegliano (Tv)
--
Caro lettore,
in una democrazia difendere e cercare di far valere le proprie posizioni, ancorché minoritarie, è un diritto sacrosanto e inalienabile. Se la Cgil e la minoranza del Pd vogliono cercare di bloccare Renzi e la sua azione di governo o convincerlo a modificare la rotta della sua strategia politica, hanno tutto il diritto di farlo e non per questo possono essere accusati di difendere solo il loro ruolo o il loro potere. La democrazia non va però confusa con il conflitto permanente. C'è un tempo per la discussione e la protesta e uno per le decisioni e le scelte.
Se la sinistra sindacale e la politica anti-renziana riescono a mettere in minoranza nel Pd e nel Paese il premier e imporre al governo scelte politiche diverse, avranno raggiunto il loro obiettivo. Ma se non ottengono questo risultato, devono prenderne atto e accettare, pur non condividendone, le scelte della maggioranza. La democrazia funziona così. Quella che abbiamo visto troppo spesso in questi anni è invece una degenerazione della democrazia, in cui minoranze che si attribuiscono il ruolo di rappresentanti degli interessi generali, hanno cercato, spesso riuscendoci, di condannare all'immobilismo il governo eletto dai cittadini.
Ultimo aggiornamento: 13:56
riflettendo sullo sciopero generale e sulle vicende interne dei partiti, specie nel Pd, mi convinco sempre più che si tratta di una questione di potere. Perché i sindacati fanno sciopero? Sono veramente convinti che le loro ragioni salvino l'Italia? Facciamo l'ipotesi che i loro rappresentanti dovessero assumere la responsabilità del governo, che cosa succederebbe? Sarebbero disposti a prendersi questa responsabilità? Penso di no, in quanto dicono di esercitare l’opposizione come in passato.
Si tratta insomma di difendere ruolo e interesse, proclamando di agire per il bene del popolo. Lo stesso si può dire del Pd. La minoranza ha bisogno di difendere le proprie ragioni, perché così ha modo di esistere, ma le loro ragioni sarebbero una piccolissima minoranza nel Paese. Renzi viene percepito come un corpo estraneo, pur sapendo che egli è finalmente un leader vittorioso. Anche se il diritto di critica è sacrosanto, non è lecito mettere il Paese a servizio del partito.
Luigi Floriani
Conegliano (Tv)
--
Caro lettore,
in una democrazia difendere e cercare di far valere le proprie posizioni, ancorché minoritarie, è un diritto sacrosanto e inalienabile. Se la Cgil e la minoranza del Pd vogliono cercare di bloccare Renzi e la sua azione di governo o convincerlo a modificare la rotta della sua strategia politica, hanno tutto il diritto di farlo e non per questo possono essere accusati di difendere solo il loro ruolo o il loro potere. La democrazia non va però confusa con il conflitto permanente. C'è un tempo per la discussione e la protesta e uno per le decisioni e le scelte.
Se la sinistra sindacale e la politica anti-renziana riescono a mettere in minoranza nel Pd e nel Paese il premier e imporre al governo scelte politiche diverse, avranno raggiunto il loro obiettivo. Ma se non ottengono questo risultato, devono prenderne atto e accettare, pur non condividendone, le scelte della maggioranza. La democrazia funziona così. Quella che abbiamo visto troppo spesso in questi anni è invece una degenerazione della democrazia, in cui minoranze che si attribuiscono il ruolo di rappresentanti degli interessi generali, hanno cercato, spesso riuscendoci, di condannare all'immobilismo il governo eletto dai cittadini.
