Caro direttore,
la fantasia dei nostri governanti sembra, da tempo, fossilizzata e senza soluzioni di ampio respiro che possano risollevare la pesante situazione economica. Aumenti della benzina, blocco degli stipendi e pensioni, addizionali su bollette e consumi di prima necessità, tasse locali astruse sui soliti noti, risultano le scelte più di moda degli ultimi decenni.
Risultato: impoverimento generale, crollo dei consumi, debito pubblico alle stelle e previsioni di miglioramenti spostate puntualmente al "prossimo semestre". Gli Italiani onesti e laboriosi, come ben si sa, hanno una grande pazienza e sopportano (quasi) tutto.
Non bisogna scordarsi, però, un vecchio detto popolare che suona così: guardati dall'ira del mite, specialmente quando non vuole morire di troppe tasse, come ebbe a dire, a suo tempo, anche un certo Sindaco di Firenze che, se non erro, si chiamava Matteo Renzi.
Vittorio De Marchi
Albignasego (Pd)
Caro lettore,
qualcuno ha detto che la pazienza è la virtù dei forti. Certamente è una virtù di cui il popolo è italiano è ampiamente dotato, ma non bisogna abusarne. Soprattutto non può permettersi di abusarne il governo Renzi. Da cui i molti cittadini, che gli hanno dato fiducia votando il Pd alle elezioni europee, si attendono risposte concrete. Non appelli, rinvii, proclami e promesse.
L'esecutivo guidato dall'ex sindaco di Firenze, nonostante l'attivismo del premier, attraversa una fase di preoccupante indecisionismo. Ondeggia tra ambiziosi programmi e meste retromarce. Annunci e smentite. Ha bisogno di darsi una scossa e di darla al Paese.
Come i recenti dati, non solo italiani, hanno ampiamente confermato, la ripresa economica si è ancora una volta allontanata. E il nostro Paese è quello che rischia di pagare il prezzo più alto a questa infinita stagnazione. Non bastano le iniezioni di fiducia. Servono scelte. Poche ma chiare. Che indichino una direzione di marcia.
Ultimo aggiornamento: 13:39
la fantasia dei nostri governanti sembra, da tempo, fossilizzata e senza soluzioni di ampio respiro che possano risollevare la pesante situazione economica. Aumenti della benzina, blocco degli stipendi e pensioni, addizionali su bollette e consumi di prima necessità, tasse locali astruse sui soliti noti, risultano le scelte più di moda degli ultimi decenni.
Risultato: impoverimento generale, crollo dei consumi, debito pubblico alle stelle e previsioni di miglioramenti spostate puntualmente al "prossimo semestre". Gli Italiani onesti e laboriosi, come ben si sa, hanno una grande pazienza e sopportano (quasi) tutto.
Non bisogna scordarsi, però, un vecchio detto popolare che suona così: guardati dall'ira del mite, specialmente quando non vuole morire di troppe tasse, come ebbe a dire, a suo tempo, anche un certo Sindaco di Firenze che, se non erro, si chiamava Matteo Renzi.
Vittorio De Marchi
Albignasego (Pd)
Caro lettore,
qualcuno ha detto che la pazienza è la virtù dei forti. Certamente è una virtù di cui il popolo è italiano è ampiamente dotato, ma non bisogna abusarne. Soprattutto non può permettersi di abusarne il governo Renzi. Da cui i molti cittadini, che gli hanno dato fiducia votando il Pd alle elezioni europee, si attendono risposte concrete. Non appelli, rinvii, proclami e promesse.
L'esecutivo guidato dall'ex sindaco di Firenze, nonostante l'attivismo del premier, attraversa una fase di preoccupante indecisionismo. Ondeggia tra ambiziosi programmi e meste retromarce. Annunci e smentite. Ha bisogno di darsi una scossa e di darla al Paese.
Come i recenti dati, non solo italiani, hanno ampiamente confermato, la ripresa economica si è ancora una volta allontanata. E il nostro Paese è quello che rischia di pagare il prezzo più alto a questa infinita stagnazione. Non bastano le iniezioni di fiducia. Servono scelte. Poche ma chiare. Che indichino una direzione di marcia.