Autovelox giusti per frenare i pazzi
ma spesso servono per fare cassa

Mercoledì 14 Maggio 2014
3
Caro direttore,

un sindaco di Comune della Riviera del Brenta, che ha avuto il garbo di rispondere a una mia lamentela, mi fa capire che uno strumento tipo autovelox installato su una strada statale larga e rettilinea (14 km di rettifilo) viene spento per alcune ore del giorno perché “se lo lasciamo – dice – acceso 24 ore su 24 non saremmo nemmeno in grado di gestirlo per il numero elevato di verbali”.



Questa professione di magnanimità rende beffardo il fatto che la mia “fedina” di guida, rimasta immacolata in 46 anni e 500.000 km percorsi, sia stata macchiata da quello strumento le due uniche volte che, nel giro di 20 giorni (26 marzo e 15 aprile), sono passato nel suo raggio d’azione, eccedendo di 5,10 km/h e di 2,3 km/h il limite tollerato di 70 km/h. La numerazione progressiva dei due verbali rivelerebbe un monte di oltre 4.000 (!) multe appioppate in 20 giorni, avvalorando il giudizio di soglia di “ingestibilità” per eccesso di provvedimenti sanzionatori.



Il gentile sindaco mi scrive che “non è per far cassa”, ma la mia coscienza di guidatore prudente mi fa porre dei dubbi sul riferimento chiave che il verbale fa ad una “segnaletica verticale ben visibile di 70 km/h” posta 400 metri prima.




Marco Anelli

Conegliano (Treviso)





Caro lettore,

in questi casi il direttore di un giornale dovrebbe calarsi nei panni dell'uomo di penna politicamente corretto (anzi correttissimo) e difendere a spada tratta tutti gli autovelox, appellandosi al senso di responsabilità dei cittadini e al supremo interesse pubblico. Le confesso che proprio non ce la faccio.



O meglio: ritengo che l'installazione di sistemi di controllo che dissuadono e puniscono i patiti dell'alta velocità sia non solo una necessità ma un atto di civiltà. In particolare sulle autostrade dove spesso è proprio questa la causa di gravi incidenti. Ma tanti autovelox cittadini e comunali, strategicamente piazzati da sindaci ed assessori, sembrano pensati soprattutto per altri scopi. Quali? Diciamolo senza tanti giri di parole: far cassa, taglieggiando impunemente i cittadini-automobilisti. Molti dei quali non sono degli irresponsabili emuli di Senna, ma semplici persone alla guida di un'auto, colpevoli di aver violato di pochi chilometri orari divieti spesso assai discutibili. Per non dire altro.