Ci sono soltanto i ladri: nessuna
distinzione morale fra il Pd e gli altri

Martedì 10 Giugno 2014
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Caro direttore,

a proposito dello scandalo Mose, Renzi dice: «Il Pd ha le sue colpe. Fuori della storia negare la responsabilità della politica anche per la mia parte politica. Se nel Pd c'è chi ruba deve andare a casa a calci nel sedere». Ma come è possibile che ci siano corrotti anche nel Pd? Mi ricordo benissino Bersani, allora segretario del partito, che disse: «Noi del Pd abbiamo l'onestà nel nostro Dna».




Giorgio

Venezia





Caro lettore,

il principale partito della sinistra italiana ha spesso vantato, attraverso le parole dei suoi leader, una propria superiorità morale rispetto al resto del sistema dei partiti. Nel 1981, in una celebre intervista, l'allora segretario del Pci, Enrico Berlinguer, indicò nella questione morale uno dei temi centrali del dibattito politico e ne fece una bandiera del suo partito.



I fatti, anche recenti, hanno dimostrato che, in realtà, non esiste e non è mai esistita alcuna particolare distinzione morale tra il Pci, i partiti che da esso sono poi derivati e le altre forze politiche. Non è un'accusa, è una constatazione che deriva dalla storia e dalla cronaca. Anche nel Pd e prima nei Ds o nel Pds i germi della corruzione hanno lasciato segni profondi e fatto emergere nel corso degli anni vicende di malapolitica che nessuno può, in buona fede, derubricare come "episodi isolati". Né ha senso alcuno obiettare, come ancora qualcuno fa, che nel Pci e nell'ex Pci chi rubava, quasi sempre, non lo faceva per se ma per il partito. In politica, più che altrove, non esistono i ladri buoni e quelli cattivi. Esistono solo i ladri.
Ultimo aggiornamento: 14:07
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