Quei falsi pacifisti
e i doveri della Polizia

Giovedì 17 Aprile 2014
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Caro direttore,

torna alla ribalta la violenza della Polizia nei confronti dei dimostranti, a Roma. Ma perch si condanna solo e sempre la Polizia (che l per difendere le propriet pubbliche e tutelare le persone), mentre si difendono a spada tratta i dimostranti liberi di saccheggiare e violentare la citt?


Se i cortei sono pacifici, la polizia non ha mai alzato un dito. Se i dimostranti, viceversa hanno intenzioni, e lo hanno detto e dimostrato, di essere contro le istituzioni, allora cosa si lamentano poi delle manganellate? È ora di finirla, da un lato di lamentarci della violenza e poi di lamentarci se chi ci difende, usa maniere pari di quelle dei violentatori. Altrimenti tanto vale seguire il detto evangelico "porgi l'altra guancia", ma in questo periodo temo porterebbe unicamente alla distruzione totale.



Gianfranco Bastianello

Treporti (Ve)







Caro lettore,

la polemica sulle violenze della polizia durante la manifestazione di Roma è stata affrontata da molti con partigianeria e senza la necessaria onestà intellettuale. È in larga parte un film già visto, ma che periodicamente si ripete. Mi spiego: un video ha dimostrato in modo evidente che un ragazzo, sdraiato a terra per proteggere una sua compagna caduta durante gli scontri di piazza, è stato letteralmente "calpestato" da un agente in borghese. Immediatamente questo ragazzo è diventato, per alcuni giornali e settori politici, un simbolo: ecco il pacifista massacrato dalla polizia, la vittima indifesa della violenza repressiva dello Stato e via denunciando. La realtà, confermata da altre immagini, è un po' diversa: il ragazzo "calpestato" proprio tanto pacifista non era. Ci sono diverse foto che lo ritraggono mentre partecipa assai attivamente agli scontri, scagliandosi contro le forze dell'ordine. E questa è una parte di realtà che in molti hanno preferito tacere o ignorare.



Ma detto questo, dobbiamo anche dire, con uguale chiarezza, che nulla può legittimare o giustificare il fatto che un poliziotto abbia infierito su di lui, passandogli sopra come fosse uno zerbino, senza necessità alcuna. Se lo ha fatto e non ha agito per legittima difesa, ha sbagliato e il suo comportamento va giudicato e se necessario censurato. Lei ha ragione: le forze dell'ordine vanno sostenute e difese. Ma proprio perché hanno il delicato e fondamentale compito di combattere chi infrange la legge, devono farlo rispettando essi stessi, più e meglio degli altri, i principi fondamentali della legalità. E devono farlo anche quando dall'altra parte c'è gente senza scrupoli e animata da volontà distruttive. È un principio imprescindibile. La forza dello Stato democratico sta anche in questo: combattere i violenti e i malviventi, reagendo e difendendosi con la necessaria determinazione, ma nel rispetto della legalità. Non si tratta di porgere l'altra guancia. Ma di capire che, anche in questo, sta la differenza tra "guardie e ladri".
Ultimo aggiornamento: 14:42

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