Caro direttore,
a fine novembre mia madre (ottantenne) riceve, da parte del servizio fonti di energia ed impianti termici del Comune di Venezia, una raccomandata di diffida per gravi inidoneità rilevate durante un controllo tecnico del 22 gennaio 2013 (controllo fatto eseguire dalla suddetta ottantenne). La lettera intima: “…allo scopo di prevenire qualsiasi incidente o danno a persone o cose, lo scrivente Servizio la diffida al non utilizzo del suddetto impianto e a contattare urgentemente (a distanza di 10 mesi) un tecnico per la realizzazione dei necessari interventi”.
Davanti a questa diffida l’ottuagenaria genitrice ha un dubbio: deve utilizzare l’impianto perché le viene imposto o non deve utilizzarlo in attesa dei necessari interventi? La burocrazia non ha solo tempi lunghissimi, usa anche un linguaggio incomprensibile!
Lorenzo Bussi
Portogruaro (Venezia)
Caro lettore,
quasi certamente l'astrusa formulazione della diffida giunta a sua madre non è né il frutto di un errore, né il risultato di una incerta conoscenza della lingua italiana. Al contrario: per come è scritta potrebbe entrare di diritto nel manuale del perfetto burocrate. Il linguaggio oscuro e incomprensibile è infatti del tutto funzionale alla burocrazia e alla sua ragion d'essere.
L'obiettivo principale di qualsiasi organizzazione burocratica, non è infatti quello di risolvere i problemi degli altri, siano essi cittadini o clienti, ma di evitarne a se stessa e, nel contempo, di giustificare la propria esistenza. E per rendersi indispensabile, cosa c'è di meglio che vergare documenti, regolamenti o diffide che, per essere compresi, richiedono innanzitutto la "traduzione" e l'interpretazione dello stesso burocrate? È proprio vero ciò che ha scritto una volta un economista spagnolo: la burocrazia è l'arte di rendere impossibili le cose possibili.
a fine novembre mia madre (ottantenne) riceve, da parte del servizio fonti di energia ed impianti termici del Comune di Venezia, una raccomandata di diffida per gravi inidoneità rilevate durante un controllo tecnico del 22 gennaio 2013 (controllo fatto eseguire dalla suddetta ottantenne). La lettera intima: “…allo scopo di prevenire qualsiasi incidente o danno a persone o cose, lo scrivente Servizio la diffida al non utilizzo del suddetto impianto e a contattare urgentemente (a distanza di 10 mesi) un tecnico per la realizzazione dei necessari interventi”.
Davanti a questa diffida l’ottuagenaria genitrice ha un dubbio: deve utilizzare l’impianto perché le viene imposto o non deve utilizzarlo in attesa dei necessari interventi? La burocrazia non ha solo tempi lunghissimi, usa anche un linguaggio incomprensibile!
Lorenzo Bussi
Portogruaro (Venezia)
Caro lettore,
quasi certamente l'astrusa formulazione della diffida giunta a sua madre non è né il frutto di un errore, né il risultato di una incerta conoscenza della lingua italiana. Al contrario: per come è scritta potrebbe entrare di diritto nel manuale del perfetto burocrate. Il linguaggio oscuro e incomprensibile è infatti del tutto funzionale alla burocrazia e alla sua ragion d'essere.
L'obiettivo principale di qualsiasi organizzazione burocratica, non è infatti quello di risolvere i problemi degli altri, siano essi cittadini o clienti, ma di evitarne a se stessa e, nel contempo, di giustificare la propria esistenza. E per rendersi indispensabile, cosa c'è di meglio che vergare documenti, regolamenti o diffide che, per essere compresi, richiedono innanzitutto la "traduzione" e l'interpretazione dello stesso burocrate? È proprio vero ciò che ha scritto una volta un economista spagnolo: la burocrazia è l'arte di rendere impossibili le cose possibili.
