La scelta di un figlio tra amore
e antidoto contro la solitudine

Sabato 12 Aprile 2014
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Caro direttore,

quando non è una scelta, la solitudine certamente può diventare un dramma. Con le più spaventose conseguenze. Senza voler fare paragoni fuori norma, oggi sembra si risolva il problema della solitudine con un figlio, magari a una certa età. Non si può avere naturalmente? Il progresso ti dà una mano. Può essere amore o egoismo?




Toto La Rosa

Padova





Caro lettore,

mi permetta di iniziare questa risposta con una citazione, un po' lunga. È tratta da un romanzo dello scrittore, premio Nobel Hermann Hesse: "Senza amare sé stessi non è possibile amare neanche il prossimo, l'odio di sè è identico al gretto egoismo e produce alla fine lo stesso orribile isolamento, la stessa disperazione". Cosa significa? Che di fronte ad aspetti così intimi della vita di una persona o di una coppia, porre in contrapposizione amore ed egoismo non è nè possibile né giusto.



La scelta di mettere al mondo una vita merita, come prima cosa, rispetto. A ciò va aggiunta la consapevolezza che un figlio, a qualunque età venga concepito, è il frutto di amore. Per gli altri ma anche per sé. Si può, ovviamente, condividere o meno la decisione di avere un figlio in età troppo avanzata. Si possono discutere le modalità con cui ciò avviene. Ed è anche inevitabile interrogarsi sui rischi e le incognite che una scelta di questo tipo porta con sè per la madre e il nascituro. Ma sindacare la quantità di amore o di egoismo che c'è dietro una scelta di questo tipo, mi sembra sbagliato. Anzi: improprio e irrispettoso.

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