La passione civile degli italiani
frustrata dai deficit della politica

Mercoledì 17 Settembre 2014
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Caro direttore,

ho partecipato all’affollato raduno annuale dell’Anpi in Cansiglio, luogo del barbaro eccidio nazifascista del ’44, successivamente violato e sfregiato vigliaccamente nella notte da una banda di ignoti idioti, un atto vandalico che non scalfisce minimamente il valore della Resistenza, semmai lo rafforza. L’orazione civile è stata celebrata dal fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, un intervento apprezzato e applaudito dalla tanta gente presente.



Parole che sono state come pietre nei confronti di una certa politica: la libertà va conquistata ogni giorno perché chi è senza lavoro, senza casa e senza istruzione non è una persona libera, “la politica è la forma più alta di carità e di servizio, ma se è lontana dalla strada non è vera politica”, “il Signore non ci chiede baci ai santi e alla Madonna, ma ci esorta a sporcarsi le mani contro tutte le ingiustizie”.



Parole sacrosante che fanno riflettere qualsiasi persona democratica, credente e non credente, un’analisi spietata dei nostri tempi che ci pone un dubbio: con la perdurante indifferenza che ci contraddistingue, stiamo forse continuando imperterriti ad affidare il nostro futuro nelle mani di personaggi falsi, i soliti affabulatori ciarlatani di turno?




Silvano Lorenzon

Maserada (Tv)




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Caro lettore, le parole di don Ciotti sono un salutare pugno nello stomaco. Ma il solo fatto che tanta gente fosse presente all'orazione civile del fondatore di Libera, forse, sta a significare che non è poi così vero che siamo circondati da tanta indifferenza. Al contrario: credo che, nonostante tutto, in moltissimi cittadini ci sia voglia di esserci, di capire, di contribuire al cambiamento. Ciascuno naturalmente con le proprie convinzioni, le proprie capacità e aspirazioni. Che possono essere anche molto diverse dalle nostre. Ma la crisi della nostra democrazia non credo sia imputabile all'indifferenza degli elettori, ma a un profondo deficit di offerta politica.



Massimo Cacciari, con efficace sintesi, ha scritto che il vero politico è quello che «sa unire l'etica della responsabilità alla capacità di convincere, con un po' di demagogia». In altre parole colui che alla profonda consapevolezza del proprio ruolo e della propria funzione pubblica, sa associare un'elevata forza persuasiva e l'abilità di dare forza ai propri programmi, accordandoli al vissuto delle persone. Domanda: ne conosce molti di politici con queste qualità?

Ultimo aggiornamento: 15:13

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