​Più dell’incontro con il governo sono "surreali" certe pretese sindacali

Mercoledì 29 Ottobre 2014
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Caro direttore,

il recente incontro tra le organizzazioni sindacali del lavoro, con la Cgil in testa, e il governo è stato definito dalla allibita Camusso “surreale”. Nel nostro “sistema Italia” in troppi non riusciamo a renderci ragione che la globalizzazione ha radicalmente mutato e sta oltre più modificando i valori, i riti, i principi e le forme della politica vissuta fino a ieri. La minaccia di uno sciopero generale da parte della Cgil, che se realizzato porterebbe a una perdita del prodotto interno lordo (Pil) a danno dell’intera nostra comunità e specie dei più deboli, dimostra il disorientamento e l’inadeguatezza delle persone di fonte alla complessità e difficoltà dei problemi odierni.




Adriano Maneschi

Venezia




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Caro lettore,

con tutto il rispetto e la considerazione che si deve alla leader del più grande sindacato italiano, a me sono sembrate più surreali altre cose. Per esempio l'idea di uno sciopero generale o la convinzione che basti far sfilare per le strade della capitale un milione di persone per poter imporre a un governo i propri desiderata. Non è così, anche se in Italia è spesso successo esattamente questo. Matteo Renzi ieri ha detto: un governo non è tenuto a trattare i contenuti della manovra economica con la Cgil o altri sindacati; li deve ascoltare, ma non venire a patti con loro.



Per qualcuno, a sinistra, questa dichiarazione è una specie di eresia. In realtà è una regola di buono e corretto funzionamento di un sistema democratico dove le leggi, le manovre economiche e le leggi di stabilità le decidono e le modificano i parlamenti non i portatori di interessi particolari come sono i sindacati o le associazioni di categoria. E a Giovanna Camusso andrebbe fatto notare che di veramente surreale in questo Paese c'è soprattutto il potere di veto che la Cgil ha potuto esercitare per tanti anni in Italia nei confronti dei governi. Di tutti i colori.

Ultimo aggiornamento: 14:16

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