Agguato e botte: «Sono stato io»
Si costituisce e scagiona una coppia

Mercoledì 19 Novembre 2014 di Olivia Bonetti
Agguato e botte: «Sono stato io» Si costituisce e scagiona una coppia
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BELLUNO - Ha letto della condanna di Lorenzo Bogo e Valentina Reolon per l’aggressione avvenuta in via Roma nel 2010 e si è andato a costituire. Colpo di scena nel caso dei due giovani finiti nei guai per il pestaggio di Claudio Mazzaro, che risale al 5 dicembre di 4 anni fa e venne consumato nei pressi dell’enoteca Mazzini. Il giorno dopo la sentenza che ha condannato i due bellunesi, un uomo è andato ad autodenunciarsi alla caserma dei carabinieri, di fatto scagionando la coppia. L’incredibile novità è stata comunicata sul suo profilo Facebook dallo stesso Bogo, 30 anni, e poi confermata dagli uomini dell’Arma.



Una settimana fa Bogo era stato condannato assieme alla Reolon, 34 anni, per lesioni gravi nei confronti di Mazzaro. Secondo l’accusa quella lontana sera del 2010 Mazzaro fu affrontato dalla coppia, in evidente stato di ubriachezza, e preso a calci e pugni. Mazzaro riportò la frattura di tibia e malleolo.



La confessione del vero responsabile dell’agguato getta però una luce completamente diversa sui fatti e avrà evidenti ripercussioni sul percorso giudiziario della vicenda che, dopo il primo grado, ha visto il giudice infliggere a Bogo e alla Reolon due anni di reclusione ciascuno con la condizionale, oltre a 40mila euro di risarcimento alla vittima.



Sia Bogo che la Reolon avevano sempre urlato a gran voce la loro innocenza, sostenuti anche da alcune prove circostanziali molto dubbie: la denuncia nei loro confronti, ad esempio, scattò 9 giorni dopo l’agguato e la stessa vittima in sede dibattimentale ha sempre sostenuto di non aver mai visto in faccia i propri aggressori.



Inoltre, le immagini delle telecamere di via Roma, proprio perchè erano passati troppi giorni dall’episodio, erano già state distrutte. L’avvocato difensore della coppia, Gino Sperandio, aveva già annunciato battaglia dopo la sentenza: «Non ci sono nè prove, nè testimonianze, se non quelle di 6 persone che hanno sostenuto di aver visto Lorenzo e Valentina dentro l’enoteca al momento dell’aggressione. La questione non è più solo personale, ma politica. E faremo appello». Ora la strada sembra essere in discesa.
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