A Cortina vip al freddo e armati
di badile per uscire di casa

Venerdì 27 Dicembre 2013 di Alda Vanzan
Neve a Cortina
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CORTINA - Mai provato a spalare 200 badili di neve sciroccata? Sono 20 chili a badilata, ci vogliono due bicipiti cos. Eppure, o spali o sei segregato. Anche a Cortina.



Sono cose che si leggono sui libri di una volta. Cose che raccontano i vecchi. Ottocentesche. Da tempi di guerra. Cose impossibili da immaginare nell’Anno Domini 2013, nell’èra di Facebook, di Twitter, del mondo a portata di smartphone. Eppure. Sei a Cortina d’Ampezzo, la mattina dopo Natale, e vorresti andare a sciare. O a prendere il giornale e il caffè da Lovat. Il consueto struscio mattutino in corso Italia. E invece non si riesce a uscire di casa.



Un muro di neve venuto giù nella notte. Acqua bagnata. Sciroccata. Che pesa. E niente corrente elettrica. Premi l’interruttore e non succede nulla. Non si accende la luce. Non funziona il riscaldamento. Acqua calda, neanche a parlarne. E zero informazioni, manco una notizia, nessuno che spieghi cos’è successo, perché è successo e, soprattutto, quando finirà questo inferno di isolamento. Black-out. Finché non si realizza che anche la batteria del telefonino prima o poi finirà e allora si maledice quella volta che si è deciso di non comprare il caricabatterie da collegare all’accendisigari in macchina perché tanto a cosa vuoi che serva? A Cortina D’Ampezzo, la Perla delle Dolomiti, a Santo Stefano sarebbe servito.



È successo che, come da previsioni, è arrivata la Tempesta di Natale, è venuta giù un sacco di neve, almeno mezzo metro, e per un non meglio precisato "disservizio" che Enel "solo" in serata ha imputato a Terna (alberi caduti sui tralicci? cavi spezzati?), gran parte del bellunese è rimasta senza corrente.



Black-out a Cortina, Alleghe, Auronzo, Borca, Calalzo, Cencenighe Agordino Comelico Superiore, Domegge, Canale D'Agordo, Falcade, Forno di Zoldo, Livinallongo Col di Lana, Pieve di Cadore, Zoldo Alto, Vigo, Vodo, Valle, Sappada. Niente corrente e dunque niente luce, niente riscaldamento, niente acqua calda. Dall’alba fino a notte. Chi ha provato a raggiungere le località montane ha dovuto fare marcia indietro. Ferrovia interrotta. Chi dalla pianura è riuscito a raggiungere Tai di Cadore convinto di svoltare a sinistra alla volta di Valle e Borca e San Vito e Cortina, ha trovato la polizia con la paletta dell’alt: si torna indietro. Anche i vip. Ad Alfonso Signorini, direttore del settimanale "Chi", mancavano dieci chilometri per arrivare a Cortina ed è stato costretto a fare dietrofront e tornare a Milano: «Mi viene la rabbia perché in pratica eravamo arrivati». Del resto, non si riusciva neanche a contattare gli alberghi: telefoni in tilt. Tutti isolati. E con la prospettiva di restare al buio. È così che è scattata la corsa alla candela.



Merito del generatore della Cooperativa, l’unico posto di tutta Cortina, oltre all’Hotel De La Poste, dove la corrente autoprodotta c’era e, dunque, si poteva far shopping. Soprattutto, comprare batterie, torce, lumini, candele, anche i ceri che solitamente andrebbero sulle tombe. «C’è stato l’assalto alla Cooperativa, tutti a prendere candele, neanche ai tempi di guerra», racconta Toney Dj, salito in Ampezzo per far ballare la gente al Bilbò e costretto, come tutti, ad incrociare le braccia e ad aspettare che passi la buriana. A un certo punto, in Cooperativa, s’era pure sparsa la voce dei lumini tossici, non si capiva più se si potevano prendere i bianchi o se erano i rossi quelli innocui. Tant’è, sono andati a ruba. Stefano Serugeri, uno dei più famosi pr, per arrivare in centro ha usato le "ciaspe", mezz’ora di camminata in mezzo alla neve: «Siamo qui in Enoteca, sotto il campanile, a prendere un calice di Pinot grigio, siamo illuminati dalle candele. Bello, certo. Ma almeno si sapesse cosa è successo e quando si tornerà alla vita normale». Tutt’intorno, un deserto. Strade vuote. Ristoranti e bar chiusi. Saracinesche abbassate. Fossero arrivati, come due anni fa, gli uomini dell’Agenzia delle Entrate, altro che "nero" avrebbero trovato. Un deserto.



Romantico? Surreale? Dipende da come si vive il Santo Stefano al buio. Stefano Illing, presidente di Cortina Turismo, filosofeggia. Sarà perché in casa ha la stufa accesa e pure una lampada a petrolio, fatto sta che trova il black-out affascinante: «Apprezziamo questo silenzio. La montagna insegna». Sempre che il fascino non affami: Lucio Eicher Clere è il panettiere di Costalta di Comelico, sulle pendici del monte Zovo, 1300 metri di altezza, 450 abitanti, per lo più anziani: ogni mattina impasta tra i 25 e i 30 di chili di pane. Se non torna la corrente, stamattina non sfornerà neanche una rosetta.
Ultimo aggiornamento: 16:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA