Terrorismo neofascista: un arresto
a Padova, indagati 3 friulani

Lunedì 22 Dicembre 2014
Terrorismo neofascista: un arresto a Padova, indagati 3 friulani
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Blitz antiterrorismo dei carabinieri del Ros: 14 gli arresti in corso di esecuzione in varie regioni italiane su disposizione della magistratura dell'Aquila nei confronti di un gruppo clandestino che, richiamandosi agli ideali del disciolto movimento neofascista «Ordine Nuovo», progettava «azioni violente contro obiettivi istituzionali».

Uno degli arresti è stato eseguito a Piombino Dese (Pd): si tratta di Marco Pavan, 30 anni, nato a Mirano. Fra gli indagati anche un udinese e due goriziani.

Il denunciato della provincia di Udine avrebbe un ruolo del tutto secondario, essendosi limitato a una serie di contatti sui social network, cliccando diversi "Mi piace " su Facebook.

Sono in corso verifiche sui suoi contatti trovati durante le perquisizioni.

I due goriziani, invece, avrebbero un ruolo più significativo: sarebbero soggetti di collegamento tra l'eversione nera de L'Aquila e Greco, che spesso era a Gorizia: i due isontini si sarebbero assunti l'incarico di trovare armi per attentati in Slovenia.

Nell'ordinanza di custodia cautelare si contestano i reati di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico ed associazione finalizzata all'incitamento, alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Contestualmente agli arresti sono in corso delle perquisizioni a carico di altri 31 indagati.

Al centro delle indagini del Ros, riferiscono gli investigatori, un gruppo che sulle orme di «Ordine Nuovo» aveva messo in cantiere azioni violente nei confronti di «obiettivi istituzionali», allo stato non meglio precisati, utilizzando i social network come «strumenti di propaganda eversiva». I carabinieri hanno anche documentato i ripetuti tentativi degli indagati di reperire armi, tramite una rapina già pianificata o mediante approvvigionamenti all'estero.

I neofascisti arrestati si proponevano il «compimento di atti di violenza (tramite attentati a Equitalia, magistrati e forze dell'ordine) al solo fine di destabilizzare l'ordine pubblico e la tranquillità dello Stato», si legge negli atti del procedimento.

Alcuni degli indagati ipotizzavano «forti azioni nei confronti di esponenti dello Stato (ministri della Repubblica, rappresentanti delle Forze dell'Ordine o magistrati): «1-10-100-1000 Occorsio (pm ucciso nel '76 ndr) e di Enti pubblici», si legge ancora nelle carte dell'inchiesta.

Al vertice del gruppo «Avanguardia ordinovistà che si rifaceva a Ordine Nuovo gli inquirenti collocano Stefano Manni, 48 anni, residente a Montesilvano (Pescara) che è accusato di aver utilizzato il web, e in particolare Facebook, «come strumento di propaganda eversiva, incitamento all'odio razziale e proselitismo». Manni, che fino a 10 anni fa era nell'Arma dei carabinieri, aveva anche progettato la costituzione della «Scuola Politica Triskele», legata alla creazione del «Centro Studi Progetto Olimpo», per organizzare incontri politico-culturali in varie località italiane, nonchè i cosiddetti «campi hobbit», come accadeva a cavallo tra gli anni '70 e '80.

Un secondo arrestato è Rutilio Sermonti che aveva un ruolo di indirizzo ideologico, in particolare di «estensore di una nuova costituzione repubblicana basata su un ordine costituzionale di ispirazione marcatamente fascista». Residente nella provincia di Ascoli Piceno, ex aderente a Ordine Nuovo, Sermonti è considerato un prolifico scrittore-artista ed è ritenuto una delle figure più importanti del panorama degli intellettuali di destra in Italia. Durante le indagini sono state utilizzate anche persone sotto copertura.

"Avanguardia ordinovista" intratteneva contatti con altri gruppi di estrema destra con cui, secondo i militari del Ros, intendeva «unirsi nel processo di destabilizzazione e lotta politica» quali i «Nazionalisti Friulani», il «Movimento Uomo Nuovo» e la «Confederatio».

In particolare, le indagini sono partite attorno al gruppo guidato da Manni, il quale vanta un legame di parentela con Gianni Nardi, terrorista neofascista che negli anni '70 insieme a Stefano Delle Chiaie, Giancarlo Esposti e Salvatore Vivirito, era uno dei maggiori esponenti di Ordine Nuovo. Oltre ad attentati a magistrati, secondo l'accusa il gruppo avrebbe elaborato un piano «volto a mirare la stabilità sociale attraverso il compimento di atti violenti» nei confronti di Prefetture, Questure e uffici di Equitalia e anche previsto, in un secondo momento di partecipare alle elezioni politiche con un proprio partito.

Ultimo aggiornamento: 18:28

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