Molesta il sacerdote e i parrocchiani:
la commercialista finisce alla sbarra

Giovedì 3 Aprile 2014 di Luca Ingegneri
Molesta il sacerdote e i parrocchiani: la commercialista finisce alla sbarra
PADOVA - L'incredibile braccio di ferro imbastito a suon di denunce contro il parroco di San Paolo ha avuto un effetto boomerang. Perchè ora è lei a ritrovarsi sul banco degli imputati. È un insolito caso di stalking parrocchiale quello di cui si sta occupando il giudice monocratico Claudio Elampini. Protagonista la 49enne commercialista padovana Silvia Cesarin, la donna che dal lontano 2005 ha ingaggiato un'estenuante battaglia legale contro i rumori provocati - a suo dire - dai frequentatori della parrocchia di San Paolo.



Dopo un paio di pronunce favorevoli Silvia Cesarin era stata costretta a sotterrare l'ascia di guerra. Nel luglio di due anni fa i giudici del tribunale civile avevano annullato l'ordinanza con cui si imponeva al parroco don Francesco Tondello di fare lavori costosissimi per tutelare la tranquillità della vicina. Era stata scongiurata la chiusura del campetto di calcio di via Bertacchi. Sul terreno sono però rimaste 51 denunce contro la parrocchia, i genitori dei ragazzini e gli stessi minorenni. Una valanga di atti persecutori che la Procura, rappresentata dal pm Vartan Giacomelli, ha riassunto in un lunghissimo capo d'imputazione, per il quale è stato ottenuto il rinvio a giudizio. La commercialista è accusata di aver prodotto diffide e denunce di ogni tipo, nella gran parte dei casi infondate o comunque finalizzate a turbare il normale svolgimento delle attività parrocchiali. Avrebbe segnalato circostanze che non hanno trovato riscontro come l'apertura dei cancelli in orario notturno o la presenza di compagnie di drogati nel campetto di via Bertacchi. Non solo. Avrebbe costantemente richiesto l'intervento delle forze dell'ordine in occasioni di riunioni e incontri nelle sale del patronato, con il solo scopo di ostacolarne lo svolgimento, e segnalando situazioni di disturbo risultate inesistenti.

Silvia Cesarin se la sarebbe presa in particolare con i ragazzi: con frequenza giornaliera li avrebbe invitati ad allontanarsi dagli impianti sportivi per non incappare in denunce. In due occasioni sarebbe addirittura arrivata ad inzupparli con una pompa d'acqua e li avrebbe ripresi con una fotocamera mentre giocavano. Quella della commercialista era una guerra a a tutto campo contro l'intero quartiere: avrebbe inviato lettere ai residenti accusando il parroco dei disturbi provocati dalla parrocchia. Ora oltre al parroco, costituito parte civile con l'avvocato Paolo Marson, la donna si ritrova contro otto parrocchiani, patrocinati dall'avvocato Cinzia Milani. Aldilà di quello che sarà l'esito del processo, aggiornato al 24 settembre per l'escussione dei testi della difesa, la commercialista ha già perso la sua battaglia. Ha dovuto lasciare l'appartamento che dal luglio 2011 appartiene ad un'altra persona dopo l'espropriazione da parte di Equitalia Polis Spa. E non ha più titolo per compiere azioni legali contro la parrocchia.
Ultimo aggiornamento: 17:22
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