PASIANO - La cooperativa Universiis di Udine, titolare dell'appalto per la gestione della casa di riposo Casa Lucia, ha licenziato con effetto immediato le sei operatrici socio-sanitarie sospettate di aver maltrattato alcuni anziani non-autosufficienti all'interno della struttura. Si tratta di due donne di nazionalità italiana e di quattro straniere dell'Est Europa, tutte socie-lavoratrici che la cooperativa ha ereditato dalla precedente gestione di Casa Lucia, la Kcs di Bergamo. Tutte lavoravano nella struttura da molti anni.
«Effettuate le necessarie verifiche interne - scrive in una nota la dirigenza della coop Universiis - la società ha provveduto a comunicare agli operatori coinvolti un dispositivo di esclusione da soci, nonché la risoluzione del rapporto di lavoro. Una scelta compiuta in autotutela - spiega il direttore generale di Universiis, Francesco Lupi - a garanzia dei nostri utenti e degli altri soci. Ora speriamo che le indagini della magistratura arrivino a una rapida conclusione».
I comportamenti delle sei operatrici, giudicati dalla cooperativa bruschi e non corretti dal punto di vista procedurale, erano emersi da alcuni filmati, realizzati dalle microcamere installate dai carabinieri di Sacile a fine 2013.
L'avvocato Alberto Fenos, legale di cinque delle sei donne licenziate ha commentato: «Il provvedimento ci sembra infondato e intempestivo, dal momento che nessuno conosce entità e natura dei fatti contestati. Inoltre l'azione penale non è stata ancora avviata dalla Procura di Pordenone. Ora aspettiamo - conclude - per decidere eventualmente quali azioni legali intraprendere».
Ultimo aggiornamento: 14:03
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I comportamenti delle sei operatrici, giudicati dalla cooperativa bruschi e non corretti dal punto di vista procedurale, erano emersi da alcuni filmati, realizzati dalle microcamere installate dai carabinieri di Sacile a fine 2013.
L'avvocato Alberto Fenos, legale di cinque delle sei donne licenziate ha commentato: «Il provvedimento ci sembra infondato e intempestivo, dal momento che nessuno conosce entità e natura dei fatti contestati. Inoltre l'azione penale non è stata ancora avviata dalla Procura di Pordenone. Ora aspettiamo - conclude - per decidere eventualmente quali azioni legali intraprendere».
