Irpef regionale, a Nordest pesa meno
Si pagano in media 280 euro a testa

Venerdì 26 Settembre 2014 di Alvise Fontanella
Irpef regionale, a Nordest pesa meno Si pagano in media 280 euro a testa
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Per la legge statale, questo è federalismo. La tassa si chiama «Addizionale Regionale Irpef» e i contribuenti veneti pensano naturalmente che i denari vadano alla Regione Veneto. Poveri illusi: l’intero gettito dell’Addizionale Regionale viene incassato dallo Stato. «Da anni chiediamo che si abbia almeno l’onestà di cambiare nome all’addizionale» sospira Roberto Ciambetti, assessore veneto al Bilancio. Ed è ancora lo Stato a decidere l’aliquota base della tassa, per tutte le Regioni. Soltanto se le Regioni usano della facoltà di aumentare le aliquote, allora incassano la differenza. Va un po’ meglio nell’autonomo Friuli Venezia Giulia, dove l’aliquota minima la decide sempre lo Stato, ma almeno il gettito resta in Regione.



Non sono cifre da poco: l’addizionale regionale pesa mediamente sul contribuente veneto per 289 euro l’anno, e per 270 su quello friulano. Ma consoliamoci: va molto peggio nelle Regioni che hanno i conti della Sanità in disordine e hanno quindi dovuto agire sulle aliquote già negli anni precedenti: la cattiva amministrazione del Lazio grava sui propri cittadini con 548 euro, la Campania e il Piemonte per 442, il Molise per 421, la Calabria per 405.



Invece né il Veneto, né il Friuli Venezia Giulia hanno mai aumentato l’Addizionale regionale. In entrambe le Regioni è tuttora in vigore l’aliquota minima obbligatoria per legge, senza aggiunte. E non è cosa da poco: quasi tutte le altre Regioni hanno invece agito sull’aliquota per compensare i tagli dei finanziamenti statali, soprattutto nel settore della Sanità. Nel solo 2014, secondo uno studio della Uil, sono state ben sei le Regioni che hanno ulteriormente incrudelito le aliquote: Piemonte, Liguria, Umbria, Lazio, Molise e Basilicata.

Una bastonata aggiuntiva che vale 84 euro pro capite in Lazio, 53 in Piemonte, 46 in Umbria, 22 in Basilicata e 17 in Liguria.



Una sola, tra le Regioni ordinarie, ha diminuito le aliquote: l’Abruzzo, che rimessi in sesto i conti della sua Sanità, ha riportato l’aliquota al minimo. E poi c’è la Provincia di Bolzano, il bello dell’Autonomia: lì l’aliquota è scesa sotto il minimo deciso dallo Stato, e il prelievo medio è di soli 180 euro l’anno a testa.

Lo studio della Uil teme per il 2015 aumenti generalizzati delle aliquote, per compensare i tagli lineari alla Sanità che potrebbero essere decisi a giorni con la Legge di Stabilità. Va detto che la stessa Uil, pochi mesi fa, si attendeva aumenti medi dello 0,6% nel 2014: aumenti che sono stati anche notevolmente maggiori in alcune Regioni, ma che invece in Veneto e Friuli non ci sono stati: le due Regioni hanno assorbito i tagli praticati dallo Stato sui loro bilanci senza scaricarli sui cittadini. E l’assessore Ciambetti è ottimista: «Il governo ci ha garantito che i tagli non saranno lineari, vedremo. Finora siamo riusciti a non mettere le mani nelle tasche dei cittadini, intendiamo mantenerci su questa strada».



Secondo la Uil, i tagli di cui il governo sta discutendo sulla Sanità valgono 95 euro a contribuente, un altro 0,4 di aliquota dell’addizionale. Una stangata all’acconto di marzo, per tutti gli italiani, che nel Nordest potremmo evitare solo se le Regioni Veneto e Friuli faranno un altro miracolo di buona amministrazione.
Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 08:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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