Spese, Regione Veneto nel caos
dopo lo stop della Corte dei conti

Mercoledì 16 Aprile 2014 di Alda Vanzan
Spese, Regione Veneto nel caos dopo lo stop della Corte dei conti
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VENEZIA - Ieri i broker assicurativi, domani gli avvocati. Dopo la rabbia e il senso di impotenza, i capigruppo consiliari della Regione Veneto stanno cercando di capire come muoversi dopo la batosta arrivata dalla Corte dei conti.



La delibera della Sezione di controllo presieduta da Claudio Iafolla non lascerebbe tante possibilità: i 740mila euro complessivi di spese compiute nel corso del 2013 e ritenute irregolari dovrebbero essere restituiti alle casse di Palazzo Ferro Fini. E a chiederli indietro ai singoli capigruppo dovrebbe essere Clodovaldo Ruffato, proprio il presidente dell'assemblea legislativa che ha tuonato contro la delibera dei magistrati contabili dal momento che le spese contestate sono tutte relative ad attivitã istituzionali. Solo che la Sezione di controllo di Iafolla ha ritenuto l'esatto contrario, sostenendo che quelle spese riguardano iniziative che non hanno "inerenza" con il consiglio regionale.



Contattato, lo stesso presidente della Corte dei conti ha fatto sapere di non voler intervenire sulla questione, sottolineando che sarebbe "irrituale" per un magistrato rispondere sui giornali a critiche e attacchi politici e che, comunque, "parla" la delibera emessa dalla Sezione di controllo la settimana scorsa.



I capigruppo consiliari ieri hanno così avuto un incontro informale con i broker assicurativi, dal momento che ciascun consigliere poteva assicurarsi. Parrebbe che una eventuale contestazione per danno erariale sia coperta dalla polizza, ovviamente se è escluso il dolo. Non lo sarebbe, invece, la spesa sostenuta per pagare le parcelle agli avvocati Domenichelli, Bertolissi e Rossi che l'anno scorso hanno presentato ricorso al Tar contro la precedente deliberazione della Sezione di Controllo della Corte dei conti, quella relativa al 2012 che poi a livello nazionale era stata - peraltro per tutte le Regioni - bloccata dal momento che la nuova norma non poteva essere applicata retroattivamente. Il punto, però, è che del ricorso al Tar dell'anno scorso non si ha notizia e non è ben chiaro a chi vada eventualmente presentato "appello" contro questa nuova deliberazione dei magistrati contabili. Lo stesso sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, contestando di fatto l'intromissione politica della Corte dei conti, ha detto che i capigruppo dovrebbero "resistere". Ma appellandosi a chi? Al Tar o alle Sezioni Riunite della Corte dei conti a Roma? Il tema sarà affrontato domani nella riunione con i legali.



Ma il peggio e che i gruppi consiliari rischiano di non avere più un centesimo per l'anno in corso. Il decreto Monti stabiliva infatti non solo la restituzione delle somme sostenute per spese dichiarate irregolari, ma anche il blocco dei contributi. Quest'ultima norma e stata ritenuta eccessiva dalla Corte costituzionale, tanto che nella recente sentenza numero 39 è stata cassata. Ergo, andasse male i gruppi dovrebbero restituire i 740mila euro dell'anno scorso ma tenersi i 500mila circa complessivi (nel frattempo i contributi sono cambiati) per il 2014. Ma potrebbe non essere così dal momento che la materia è regolata non solo dal decreto Monti (parzialmente dichiarato incostituzionale dalla Consulta), ma anche dalla stessa Regione Veneto: l'anno scorso il consiglio regionale ha approvato infatti la legge 28/2013 sul funzionamento dei gruppi consiliari, così disponendo: "L’Ufficio di presidenza dispone, per i gruppi le cui spese sono state ritenute irregolari, la decadenza dal diritto all’erogazione per l’anno in corso delle risorse (...) in misura proporzionale alle spese dichiarate irregolari.



Nel caso in cui parte di tali risorse sia già stata erogata, l’Ufficio di presidenza ne richiede la restituzione". E, guarda caso, la Sezione di controllo della Corte dei conti nella delibera richiama proprio questo articolo della legge regionale. Della serie: la Consulta avrà anche bocciato un pezzettino del decreto Monti, ma a fissare la decadenza dei contributi ai gruppi è stata anche la Regione Veneto con una propria legge. E Ruffato dovrebbe applicarla. La guerra tra politici e magistrati rischia di diventare feroce.
Ultimo aggiornamento: 22:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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