Indipendentisti, la Cassazione:
«I venetisti restano tutti liberi»

Venerdì 18 Luglio 2014 di Lorenzo Zoli
Indipendentisti, la Cassazione: «I venetisti restano tutti liberi»
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ROVIGO - I cosiddetti venetisti restano tutti in libertà. E l'inchiesta resta a Rovigo. I giudici della quinta sezione penale della Corte di Cassazione hanno respinto su tutta la linea il ricorso presentato dalla Procura di Brescia. Lo hanno dichiarato inammissibile. La decisione è arrivata nella tardissima serata, verso le 23. Dopo che la discussione si era tenuta al mattino.

Al centro della vicenda, l'inchiesta sul gruppo "Alleanza". Condotta dalla Procura e dai Ros di Brescia e che lo scorso aprile aveva portato 22 persone in carcere e due ai domiciliari. La tesi degli inquirenti era che fosse stata creata una associazione eversiva intenzionata a promuovere l'indipendenza del Veneto e della Lombardia Orientale. E disposta a ricorrere anche alla forza. Una tesi in gran parte smantellata dal Tribunale del Riesame quando aveva disposto la prima tranche di scarcerazioni. I giudici infatti avevano messo in dubbio l'esistenza di gravi indizi a sostegno della tesi dell'eversione. Non solo: caduta questi tesi avevano individuato come reato più grave la costruzione del cosiddetto Tanko, ossia una vecchia ruspa blindata a forza di saldature e sulla quale secondo gli investigatori avrebbe dovuto essere installato un cannoncino. Il Tanko risulta realizzato in un capannone di Conselve, Comune che assieme ad altri 31 della Bassa Padovana ricade da quasi un anno sotto la competenza del tribunale di Rovigo. Per questo motivo sempre il Tribunale del Riesame aveva ritenuto la competenza della Procura di Rovigo per l'intero corpus dell'inchiesta.

Contro queste decisioni aveva presentato ricorso in Cassazione la Procura di Brescia. Ricorso per il quale ieri il procuratore generale ha chiesto l'accoglimento: ritorno dell'inchiesta a Brescia e ripristino delle misure disposte in prima battuta a carico degli indagati. Una decisione non facile, quella alla quale erano chiamati i supremi giudici. Mettere un punto fermo in una inchiesta che ha avuto eco a livello nazionale. Alla fine hanno dichiarato inammissibile il ricorso. Una bella vittoria per le difese. Rappresentate, tra gli altri, dagli avvocati Luca Azzano Cantarutti, Luca Pavanetto e Renzo Fogliata.

Ultimo aggiornamento: 14:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA