​Una "sfanalata" social su Facebook
contro tutti gli autovelox polesani

Lunedì 1 Settembre 2014 di Lorenzo Zoli
​Una "sfanalata" social su Facebook contro tutti gli autovelox polesani
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ROVIGO - Illegale non è. In un periodo di crisi come questo è normale che si aguzzi l'ingegno anche per schivare multe e sanzioni varie. E in questo senza dubbio i social network possono dare una mano. È per questo che nasce il gruppo Facebook "Posto di blocco in tempo reale". Peccato che poi qualcuno si lasci prendere la mano e scivoli nella celebrazione e autocelebrazione di comportamenti illeciti e pericolosi.



Le finalità sono esplicitate con chiarezza sulla pagina del gruppo. «Scusate ragazzi, abbiamo creato questo gruppo aperto - si legge - per comunicarci in tempo reale i posti di blocco che a Rovigo sono sempre più frequenti... Questi Comuni vogliono fare cassa, ma rovinano parecchie persone a volte anche solo per una birra. Quindi aiutiamoci tutti e segnaliamo su questo gruppo i posti di blocco sparsi per Rovigo e provincia. Aggiungete i vostri amici, mi raccomando».



Lo scopo è salvare il portafogli e la patente. Non proprio la stessa cosa. Perché, se è innegabile che ultimamente i Comuni abbiano la tendenza a mettere pezze al bilancio facendo "cassetta" con le multe, appioppate soprattutto con gli autovelox, è altrettanto vero che etilometri e contestazioni per guida in stato di ebbrezza sono piuttosto appannaggio della Polstrada e dei carabinieri, che con le casse dei municipi nulla hanno a che fare.



Il gruppo conta oltre 1.200 iscritti e la sua attività è assolutamente lecita. È un po’ la versione digitale delle "sfanalate" per strada con le quali si avverte chi sopraggiunge del posto di blocco appena superato. Per un periodo le forze dell'ordine hanno cercato di combattere questo comportamento contestando un uso improprio degli abbaglianti, ma poi la consuetudine ha vinto la schermaglia.



Tra i tanti commenti presenti sul gruppo, anche informazioni interessanti. Più di un utente segnala appostamenti a Boara Pisani, subito dopo il ponte sull’Adige, di vigili urbani con autovelox "mimetizzati" o "nascosti dietro un albero". Postazioni, insomma, prive delle indicazioni del caso che garantiscono la consapevolezza che ci si sta avvicinando a un velox mobile, consentendo di ridurre la velocità. Dal momento che lo scopo dei dispositivi per la rilevazione automatica della velocità dovrebbe essere quella di fare prevenzione, non multe. Inducendo a rallentare in tratti che lo rendano necessario.



Sin qui quindi nulla di male. Peccato che poi ci sia chi si lascia prendere la mano. E pensa di impiegare il gruppo come uno strumento per continuare a guidare quando non dovrebbe. «Sono costretto a girare con la patente sospesa per andare al lavoro - scrive infatti un utente - Sapete dirmi che strada è più sicura per andare in via della Tecnica?». E ancora si potrebbe essere indulgenti: il lavoro è lavoro.



Non però oltre. Non quando si arriva a post del tipo «Un mio amico in moto tira sempre dritto ed è riuscito anche a rubare la paletta. In macchina è diverso, molto più difficile. Se vedo una paletta ora come ora scappo: ho la patente sospesa, non me la faccio revocare: dovranno prendermi, ma non so se le Bravo o i camioncini riescono a prendermi». O a questo: «Gli sono appena passato davanti ai 180 km orari, per fortuna che sono con la targa tedesca...». Con tanto di risata di scherno.
Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 13:18