Alessandra, da uomo a donna:
la sua storia diventa un film

Domenica 21 Settembre 2014 di Elena Filini
Alessandra Gracis
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TREVISO - La trousse è rivoltata, calze, abiti, scarpe. La scena non riprende però una stanza in disordine, ma il luogo della felicità di una vita straordinariamente normale. Così inizia una storia difficile da raccontare, di quelle che ci mettono una vita a venir fuori e a trovare un proprio senso. In mezzo, con gli anni, passano le inquietudini di un professionista stimato che finchè può mette un tappo di coscienza al suo desiderio più profondo: essere donna.



"Lei è mio marito" è, per la stessa ammissione della co-regista, la trevigiana Gloria Aura Bortolini, una di quelle storie che ti capitano addosso nella vita.



Fantastiche, se stai dietro la cinepresa. A tratti terribili se sei l'attore principale. Il docu-reportage, citato ieri durante il Sole Luna Treviso Doc Film Festival, ha riportato in traccia l'esperienza dell'avvocato Alessandra Gracis.



Notissimo civilista coneglianese, 56 anni, erede di una famiglia agiata, Alessandra fino al luglio 2012 era Alessandro Gracis, un uomo. Una vita in altalena tra trasgressione e angoscia, la paura della gente, abiti comprati e buttati. Anni di calvario interiore, che Gracis pensò di tacitare arrivando a posare sotto mentite spoglie per un calendario benefico.



«Tutti palliativi - rivela - ad un certo punto, pur rendendomi conto dei rischi, vivere la mia vera natura stava diventando una necessità».



La svolta arriva circa otto anni fa: l'inizio di un nuovo mondo affettivo per l'avvocato coincide anche con i nuovi equilibri di una relazione. Perchè Alessandro ha una donna, Roberta.



«Avevamo una relazione - spiega il professionista - quando le parlai la nostra storia si modificò ma Roberta promise che mi sarebbe stata vicina nella ricerca di identità».



Proprio in quel momento Alessandro Gracis incontra Gloria Aura Bortolini, affittuaria di una casa di sua proprietà a Parigi.



Lì nasce l'idea di documentare la trasformazione attraverso una telecamera. Tre anni di riprese rivelano la straordinaria e dolorosa mutazione.



È il canovaccio di "Lei è mio marito" 55 minuti che sono il riassunto di tre anni della vita di Gracis, dalla decisione di diventare donna sino all'operazione finale a San Francisco nel luglio 2012.



E non finisce qui, perchè in questa storia entra anche il matrimonio. Pur nel profondo turbamento, nemmeno Roberta si è arresa e questo incontro speciale è diventato un'unione stabile nel dicembre 2012. In pratica il primo matrimonio gay d'Italia, reso possibile dal fatto che all'anagrafe Gracis fosse ancora uomo.



«Ho voluto le nozze - conclude- per una forma di tutela nei confronti del nostro amore». Amore? «Mi rendo perfettamente conto che la situazione possa rendere lecito ogni dubbio. Roberta è la persona più importante della mia vita. Nel nostro amore non c'è sesso ma è ugualmente un legame unico ed intimo. Molto diverso dall'amicizia».
Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 16:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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