Cassamarca, profondo rosso:
il passivo del 2013 è di 10 milioni

Giovedì 17 Aprile 2014 di Paolo Calia
Dino De Poli
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TREVISO - Sempre più in rosso i conti della Fondazione Cassamarca. Le prime indiscrezioni sul bilancio consuntivo 2013 parlano di un passivo attorno ai 10 milioni di euro. Tira una pessima aria su Ca' Spineda, cosa del resto prevedibile visto quanto accaduto nei mesi scorsi, a partire dall'appello a Unicredit lanciato dal presidente Dino De Poli per tentare di ottenere un aiuto. Un primo evidente segnale della tempesta in arrivo. E dire che i tentativi per mettere una pezza e riportare equilibrio tra entrate e uscite non sono mancati, ma al momento a parlare sono i numeri. E il quadro che ne esce fuori risulta deprimente.



Oggi il bilancio verrà discusso dal consiglio d'amministrazione, composto dal presidente Dino De Poli e dai due consiglieri Enzo Lorenzon e Paolo Corletto. A loro spetta il primo esame, poi il documento finanziario passerà all'esame del Consiglio d'Indirizzo, in programma il 29 aprile. E saranno due settimane molto complicate per la Fondazione: i dati mettono nero su bianco una situazione sempre più precaria. Ovviamente a Cà Spineda non si sorprende nessuno e non si va oltre considerazioni del tipo: «È un momento delicato». Sono mesi che si dipingono scenari cupi e prima o poi i nodi dovevano venire al pettine. Il segretario generale Carlo Capraro invita da tempo il Consiglio d'Indirizzo a prendere misure drastiche, non tanto per aumentare le entrate, quanto per ridurre le uscite. E i piani di contenimento son fioccati, compreso quello dei tagli che dovrebbe arrivare in consiglio proprio a fine mese. Le ricette proposte al presidente De Poli sono tante, e vanno dalla riduzione dei costi per l'università, ma senza ridimensionare l'impegno della Fondazione che sul polo universitario continua a puntare molto, al taglio netto in tema di consulenze e incarichi. Un ridimensionamento è comunque sempre più necessario. Anzi: guardando il bilancio 2013, inevitabile. E dire che dodici mesi fa la situazione sembra decisamente migliore.



Il consuntivo 2012 venne chiuso con un attivo di poco inferiore ai 3 milioni di euro. Risultato frutto più che altro del maxi profitto incamerato con la cessione di Cà Tron: oltre 80 milioni di euro. Purtroppo per la Fondazione, nel 2013 non c'è stata un'altra Cà Tron. Anzi, stando alle voci circolate ieri, il passivo accumulato sembrerebbe legato a delle minusvalenze: beni immobiliari venduti a un costo inferiore rispetto a quello posto in bilancio. Conseguenza anche questa della crisi in corso. E dire che gli affari non sono mancati, come la cessione per 13 milioni e mezzo di euro dell'ex tribunale al gruppo Benetton. Evidentemente non è bastato.
Ultimo aggiornamento: 13:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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