Fikri, il marocchino di Montebelluna
arrestato e poi liberato con le scuse

Martedì 17 Giugno 2014
Yara Gambirasio e Mohamed Fikri
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MONTEBELLUNA - C'erano voluti quasi tre anni prima che Mohamed Fikri, piastrellista marocchino, riuscisse a uscire dalla terribile posizione di indagato nell'inchiesta per la morte di Yara. Ora, come spiega il legale del nordafricano, la notizia del fermo del presunto assassino, «è un'ulteriore riabilitazione, perché ancora qualcuno nutriva dubbi nei suoi confronti».



I guai giudiziari per Fikri iniziarono il 4 dicembre 2010, quando i carabinieri lo raggiunsero sul traghetto salpato da Genova per Tangeri. La sua appariva, in quel momento, come una fuga, confermata da una telefonata intercettata, dove Fikri avrebbe dichiarato: «Che Allah mi perdoni, non l'ho uccisa io». Frase che era sembrata una svolta nell'inchiesta. Ascoltate da altri interpreti, quelle parole vennero tradotte in modo del tutto diverso: «Mio Dio, facilitami nella partenza». E ciò spinse il pm di Bergamo Letizia Ruggeri a chiedere l'archiviazione per Fikri, che dopo due giorni di carcere venne fatto uscire con tanto di scuse.



L'accusa di omicidio e di occultamento di cadavere, però cadde solo il 22 febbraio 2013 su decisione del gip, che dispose, tuttavia, di iscriverlo nel registro degli indagati con l'accusa di favoreggiamento personale. Fikri restò indagato per altri sei mesi, fino al 12 agosto 2013 quando venne cancellata anche l'ultima imputazione.
Ultimo aggiornamento: 09:55

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