Promotore sparito con milioni di euro
picchiato dai creditori: rivolevano i soldi

Venerdì 25 Novembre 2011 di Paolo Calia
Daniele Vidotto e la sede di Treviso del Credit Suisse
TREVISO - Il promotore finanziario di Credit Suisse, Daniele Vidotto, 50 anni, sparito con sei - ma forse sono dieci - milioni di euro, in realt non si mai allontanato: si nasconde solo dalla furia dei propri creditori. E ne ha tutti i motivi. Quando in città si è diffusa la voce del "buco" lasciato dopo aver allegramente gestito i conti di decine di clienti dell'istituto di credito, per Vidotto è iniziato l'incubo.



Per giorni non è potuto uscire di casa senza essere avvicinato da qualcuno finito nei guai dopo avergli affidato il proprio denaro. Il culmine a inizio ottobre: alle 7 del mattino, due persone hanno suonano il campanello di casa Vidotto, in città. L'uomo ha aperto ritrovandosi davanti due creditori. Sono volate parole grosse, inutili le spiegazioni. I due volevano indietro i risparmi investiti e, per rendere ancora più chiari i loro propositi, hanno malmenato il promotore. L'uomo, assistito dall'avvocato Luigi Fadalti, ha denunciato il fatto alla questura e poi ha pensato bene di togliersi dalla circolazione: troppo pericoloso farsi vedere ancora in giro.



Prima si è rifugiato in un monastero, poi in un appartamento protetto dove si trova ancor oggi, pronto - dice - a rispondere alle domande dei giudici, ma almeno alla larga da creditori troppo maneschi.



Il caso che sta facendo chiacchierare tutta la città è scoppiato il 16 settembre quando, nella sede centrale di Milano del Credit Suisse, i sistemi che controllano tutte le transazioni segnalano un'anomalia in un'operazione effettuata da un promotore finanziario di Treviso. Troppi soldi in uscita da un conto: qualcosa non quadra. L'operazione porta la firma di Daniele Vidotto, uno dei primi a entrare nella filiale trevigiana di piazza Crispi. Scatta un'indagine interna e il promotore non regge la pressione, si sente scoperto e fa le prime ammissioni: nel corso del tempo ha utilizzato i soldi degli investitori per i propri scopi.



Un primo veloce conteggio parla di sei milioni di euro e di almeno una trentina di truffati. Ma la cifra rischia di essere maggiore, e non di poco. L'istituto di credito parte subito al contrattacco per difendere buon nome e, soprattutto, interessi dei clienti. Per prima cosa chiede un elenco delle persone raggirate da Vidotto. Il 27 settembre l'avvocato Fadalti compila una lista con una trentina di nominativi accompagnati, ognuno, dalla somma che avrebbero perso: il totale è pari a sei milioni di euro. Una cifra da capogiro.



Nella sede di Credit Suisse si rendono conto di avere tra le mani una bomba pronta a esplodere con conseguenze disastrose. Si sentono raggirati. Mettono la faccenda in mano agli avvocati, rompono ogni rapporto di lavoro con Vidotto e lo denunciano per appropriazione indebita alla Procura di Milano, che l’ha già trasmessa per competenza territoriale a quella di Treviso. Infine - è storia del 18 ottobre - chiedono al Tribunale civile di Treviso il sequestro conservativo dei beni della loro ormai ex punta di diamante in campo finanziario: conti correnti, immobili, auto. Tutto. Il giudice Marco Rinaldi accoglie la richiesta e il patrimonio finisce sotto tutela. Ma questo è solo l'inizio. Non manca infatti chi dice che i sei milioni di euro "spariti" siano solo i primi di una lunga lista e che i clienti che ci hanno rimesso i risparmi siano molti di più, oltre 50.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 19:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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